Befana e Pan e Vin in una bellissima festa popolare a Jesolo Centro Storico (lungo il fiume Sile, fronte al municipio) e in Piazza 1^ Maggio.
Sembra che questa usanza derivi da riti purificativi e propiziatori diffusi in epoca pre-cristiana. I Celti, per esempio, accendevano dei fuochi per ingraziarsi la divinità relativa e bruciavano un fantoccio rappresentante il passato. Mentre il falò ardeva, i contadini in cerchio gridavano e cantavano varie formule augurali[1].
Rimasta intatta come rituale da svolgersi nella vigilia dell'Epifania, ancor oggi la fiamma simboleggia la speranza e la forza di bruciare il vecchio (non a caso si può bruciare la "vecchia" posta sopra la pira di legna).
Il rogo è talvolta benedetto dal parroco e lo scoppiettare dell'acqua santa nel fuoco viene identificato con il demonio infuriato che fuggiva.
La direzione del fumo e delle faville (talvolta alzate di proposito dai contadini usando una forca) viene letta come presagio per il futuro.
Una spiegazione popolare collega l'appuntamento al Natale: questi fuochi, infatti, sarebbero serviti per far luce ai Magi nel loro viaggio alla ricerca della grotta della Natività.
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