Stefano Piali conclude il ciclo pittorico “Viaggio nella Storia dei Colonna” omaggiando alcune figure iconiche profondamente legate alla storia e alla tradizione della città di Marino: Marcantonio II Colonna e la Madonna del Rosario, Vittoria Colonna e Michelangelo Buonarroti.
Due i fili narrativi che uniscono i protagonisti di queste ultime opere: la spiritualità simboleggiata rispettivamente dall’immagine sacra della Madonna del Rosario e da quella rarefatta di Vittoria Colonna e la speranza che suscitano esempi virtuosi come l’arte del sommo Michelangelo e le gesta straordinarie dell’uomo e condottiero Marcantonio.
I due dipinti sono intrisi di storia e di bellezza e hanno il merito di rafforzare il valore degli eventi storici ai quali si riferiscono e di far riaffiorare emozioni sommerse nel tempo.
Grazie al forte impatto scenico e al registro pittorico tridimensionale e misterico, elementi distintivi della ricerca di Piali, le forme prendono vita e si raccontano. E, se è vero che si ama di più ciò che si conosce a fondo, Stefano Piali in questi quadri ha saputo far emergere l’elemento spirituale e la virtù del condottiero Marcantonio, insieme servitore della Chiesa, di Roma e dell’occidente, la grandezza e la fragilità del sommo Michelangelo nonché la devozione, mai cessata del popolo marinese verso la Madonna del Rosario e la figura di Vittoria Colonna.
Così, in “Invocazione e protezione - Madonna del SS. Rosario” emergono tre forti scene narrative: a sinistra l’immagine scultorea di Marcantonio II Colonna, ritratto come un imperatore romano e inserito in una nicchia marmorea a ricordo degli onori che gli vennero tributati; nel centro l’imponente stemma tridimensionale dei Colonna e, infine, a destra l’immagine della Madonna del Rosario che aleggia con la sua sacra aurea protettrice invocata dalle preghiere e dal rosario recitato dalla flotta cristiana mentre, nelle acque agitate del golfo di Lepanto, si consumava la più grande battaglia navale della storia moderna.
Fu papa Pio V a solennizzare questo episodio istituendo la “Madonna delle Vittorie” successivamente indicata come “Madonna del Rosario” da Papa Gregorio XII. La Chiesa stabilì che proprio il 7 ottobre di ogni anno, a perenne ricordo di quel famoso 7 ottobre 1571, si rinnovasse la sua memoria. E, ancora oggi, la popolazione marinese trasporta la statua della Madonna del Rosario in una solenne processione durante i festeggiamenti della centenaria Sagra dell’Uva.
In “I Prigioni”- Il non-finito e il dolore dell’uomo, Piali richiama alla memoria gli incontri culturali che Michelangelo intratteneva con Vittoria Colonna presso la casina Colonna, non poco distante dall’attuale sede di Palazzo Colonna. Un rapporto molto intimo e spirituale quello tra i due sugellato da un disegno, il crocifisso, che Michelangelo tracciò per la sua amica poetessa e che ha ispirato Piali nel realizzare la quinta opera del progetto “Dono per una solidale amicizia”.
Grazie a Vittoria Colonna Michelangelo si avvicinò alla religione, in particolare alla corrente riformista degli Spiritualisti. A lei e al piacere di ascoltarla, Michelangelo dedicò una poesia amorosa i cui versi sembrano quasi riecheggiare in questa nona e ultima opera.
“Un uomo in una donna, anzi uno dio per la sua bocca parla, ond’io per ascoltarla son fatto tal, che ma’ più sarò mio".
( Michelangelo Buonarroti . Rime a cura di Enzo Noè Girardi, Laterza 1960)
In questa poesia Michelangelo fa trapelare tutto il suo bisogno di amore, in un momento di particolare sofferenza della sua vita. Pensando alla sua amata Vittoria, in queste righe esalta la donna. Per la sua bocca, dice, parla non un uomo ma bensì un dio. Ascoltandola comprende che non apparterrà mai più a sé stesso, essendo ormai completamente sopraffatto da un sentimento amoroso totalizzante.
E, come Michelangelo scolpisce i corpi nudi che emergono dalla pietra, lavorando per sottrazione e svelando con il “non-finito” quello che in realtà è già presente nella materia, così Piali nel suo reinterpretare i ‘Prigioni’ michelangioleschi, svela il racconto dei Colonna estraendo tasselli da un mosaico antico riportando in vita le emozioni e i misteri che quella storia, di per sé, già contiene. Questo quadro fa riflettere sul dolore umano, simboleggiato dagli schiavi, e sul ruolo dell’arte come conforto per l’uomo.
Il “Viaggio nella storia dei Colonna” non è solo una epopea pittorica da ammirare ma porta in sé significati profondamente legati all’attualità, sentimenti e valori universali.
“Oggi come allora” spiega Stefano Piali “occorre lottare contro le schiavitù e invocare la pace”.
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