L’intensa attività d’indagine, avviata dai Carabinieri dalla Compagnia melitense sin dal marzo 2015, ha permesso di acclarare come la giovane vittima, nell’estate del 2013, avesse intrecciato una relazione sentimentale con uno degli arrestati ma la fragile ed acerba personalità della ragazza veniva ben presto sopraffatta e costretta ad assecondare indistintamente a tutte le richieste del ragazzo ben più grande di lei.
La ragazza, quindi, viene costretta ad avere rapporti sessuali dapprima con colui che riteneva di amare e successivamente, in un crescendo degli orrori, con un numero sempre più ampio di suoi amici. Tra la fine del 2013 e gli inizi del 2015, gli arrestati hanno più volte abusato sessualmente, anche in gruppo, della giovane ragazza che, nei primi episodi patiti, non aveva ancora compiuto i 14 anni.
La giovane vittima, la cui vita era ormai caratterizzata da un perdurante e grave stato d’ansia che l’ha costretta anche a mutare le proprie abitudini, durante tale periodo era completamente soggiogata al gruppo, dal quale non aveva alcuna possibilità di sfuggire, poiché gravemente minacciata sia della divulgazione di alcune sue foto intime che dal fatto di rivelare le “proprie nefandezze” ai suoi genitori, nonché, implicitamente, dall’essere lo IAMONTE figlio di Remingo, attualmente detenuto, ritenuto capo dell’omonima cosca di ‘ndrangheta, operante in quel contesto territoriale dove vittima e carnefici vivono.
Il gruppo si è, inoltre, reso protagonista di una vera e propria spedizione punitiva, al fine di allontanarlo e “riappropriarsi” della ragazza, con un violento pestaggio nei confronti di un giovane, con il quale la vittima aveva intrapreso una normale relazione sentimentale riuscendo per un breve periodo ad interrompere quella spirale di violenza e soprusi cui era sottoposta.
![](https://s2.save4k.ru/pic/00ITtbDFGTc/mqdefault.jpg)