Stellantis persegue anche a Modena la politica di riduzione dei costi riconsegnando alla città uno spazio vuoto, appena ristrutturato, la ex Officina Orlandi di via Emilia Ovest che Marchionne aveva fortemente voluto per ampliare l’offerta di progettazione e ricerca sul territorio italiano e in particolare nella terra dei motori. Un’attività prestigiosa di ricerca e sviluppo che aveva dato i natali a vetture capaci di rilanciare il marchio Maserati (Levante, Quattroporte, Ghibli, GT) seppure prodotte altrove e il marchio Alfa Romeo con Giulia e Stelvio.
Mentre lo stabilimento di via Ciro Menotti si barcamenava tra un ammortizzatore sociale ed un altro, in attesa di una autovettura che sarebbe arrivata solo nel 2021 con l’MC20, l’Innovation Lab Modena cresceva a dismisura arrivando a superare i 1.300 dipendenti, principalmente ingegneri e tecnici.
La svolta che l’azienda ha comunicato nasce dalla volontà di ridurre fortemente i costi degli spazi, oltre che i costi del personale, attraverso il ridimensionamento del numero dei lavoratori e lo spostamento di quasi tutte le attività nello stabilimento storico di via Ciro Menotti. Il destino dello stabilimento di via Emilia Ovest è segnato. Gran parte dello stabile era dedicato agli uffici e con uno smart working al 50% l’azienda si dice certa di poter utilizzare tutte le aree della torre Maserati (lato cavalcavia Crocetta) creata a fine Anni ‘90 dall’allora presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo.
Perdiamo attività quali i simulatori statico-dinamico (trasferiti al Balocco), i banchi studio rifrazione solare sui cristalli (destinati a Pomigliano), alcuni banchi definiti HMI (interfaccia uomo macchina) nei quali si svolgevano attività di ricerca e in cui era collocato il progetto guida autonoma.
Tutti i restanti banchi, in particolare dedicati al software e alla configurazione elettronica, rimangono su Modena insieme allo sviluppo dell’auto elettrica Folgore.
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