1) MIGRAZIONI E CAMBIAMENTI SOCIALI NELL' ITALIA
DELL' ETÀ DEL BRONZO SVELATI DALL'ANALISI DEL DNA ANTICO
Un nuovo studio pubblicato dall’Institute of Genomic di Tartu (Estonia) sulla rivista Current Biology ha rivelato nuovi aspetti della storia genetica delle popolazioni umane della penisola Italiana durante la transizione dall’età del Rame all'età del Bronzo circa 5,000 anni fa. L’analisi genomica di campioni antichi ha permesso ai ricercatori appartenenti a istituzioni in Estonia, Italia e Regno Unito di datare a 3600 anni fa l’arrivo in Italia centrale di una componente genetica associata ai gruppi nomadi delle steppe. Questa transizione sarebbe associata a cambiamenti nella tipologia delle sepolture e nella struttura sociale.
Negli ultimi anni la storia genetica delle popolazioni antiche è stata studiata in maniera estesa in particolare in relazione ai movimenti avvenuti in Eurasia. Nonostante ciò, le dinamiche e le trasformazioni della transizione dal Calcolitico all'età del Bronzo avvenuta circa 5,000 anni fa in Italia risultavano ancora inesplorate. Per questo motivo, i ricercatori dell’Institute of Genomics (Università di Tartu, Estonia), in collaborazione con università in Italia e nel Regno Unito hanno analizzato resti umani risalenti all’età del Rame e del Bronzo in Italia e sequenziandone il genoma.
“In questo studio abbiamo estratto il DNA antico di 50 individui selezionati da quattro siti archeologici presenti in Italia centrale e del nord-est datati tra l'età del Rame e l'età del Bronzo. Siamo stati in grado di generare per la prima volta dati genetici da campioni italiani dell'età del Bronzo tramite un approccio di sequenziamento genomico, ed abbiamo osservato l’arrivo nella Penisola di una componente genetica proveniente dalle steppe. Questa componente, gia ampiamente conosciuta in Eurasia occidentale in individui dell'età del Bronzo, ed originaria delle steppe a nord posizionate tra il Mar Nero e il Mar Caspio, è stata rinvenuta anche in Italia, suggerendo dinamiche comuni a quelle di altre aree del continente” dice Tina Saupe, prima autrice della pubblicazione.
a questo indirizzo le informazioni sul paper: Current Biology
Current Biology
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DOI: 10.1016/j.cub.2021.04.022
2) Le migrazioni che hanno cambiato il patrimonio genetico degli europeisono più antiche di quanto pensavamo
Le migrazioni che hanno cambiato il patrimonio genetico degli europei sono più antiche di quanto pensavamo. L’analisi del DNA antico estratto da un reperto umano risalente a 17000 anni fa retrodata di almeno 3000 anni rispetto a quanto si era creduto fino ad oggi le migrazioni di gruppi dall’Europa orientale e dall’Asia occidentale che hanno contribuito a formare il genoma dei popoli europei contemporanei. Le migrazioni preistoriche che hanno contribuito a formare il patrimonio genetico dei popoli europei contemporanei sono iniziate molto prima di quanto si era creduto fino ad oggi. Uno studio guidato da ricercatori delle Università di Bolognae di Padova e pubblicato sulla rivista Current Biology mostra infatti che la diffusione in Europa meridionale, e in particolare in Italia, di componenti genetiche legate all’Europa orientale e all’Asia occidentale risale ad almeno 17000 anni fa, ovvero 3000 anni prima di quanto ipotizzato finora.La scoperta deriva dall’analisi di tracce di DNA antico estratto in una porzione di mandibola che apparteneva ad un giovane uomo, datata direttamente a circa 17000 anni fa. Il reperto è stato rinvenuto nel 1963 nel sito paleolitico di Riparo Tagliente, in provincia di Verona."
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