"La Folie Baudelaire", libro strenna 2011 del Gruppo Montepaschi, è ambientato nella Parigi dell'Ottocento e il suo presupposto è rintracciabile in alcune parole di Baudelaire: "glorificare il culto delle immagini".
Qui lo scrittore non parlava di arte ma di immagini in genere. Il suo culto si riferiva all'intero regno delle immagini, da quelle più umili, anonime e quotidiane alle più astratte e segrete. E, infatti, tutta la sua vita fu una instancabile esplorazione di quel regno. E' lo stesso criterio che la "Folie Baudelaire" si propone sin dall'inizio di seguire. Tutto l'Ottocento, e Parigi in particolare che ne fu la "capitale", subirono una invasione di immagini, collegata alla prima rivoluzione industriale e all'espandersi dei mezzi di comunicazione. Baudelaire visse in mezzo a quel turbine e lo indagò con una lucidità ineguagliata, al punto che dobbiamo considerarlo non soltanto il più grande critico d'arte del secolo ma il primo che seppe seguire, fin dall'inizio, quella metamorfosi del regno delle immagini.
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