ALDO VISCONTI - ADDIO JUNA; tango di Raimondi-Falpo - A.Mari; 1940; Orchestra Ceragioli; Odeon GO 20365.
TESTO DELLA CANZONE E BIOGRAFIA DELL'INTERPRETE
TESTO:
Dalla banchina salpa la nave sul mar,
e va lontana, ma spera ogniuno tornar.
Mentre che Juna frena il singhiozzo nel cuor,
un marinaio le canta allor:
Juna, per questo addio non devi piangere,
attendi solo il mio ritorno,
poi vedrai che un lieto giorno
tutto a noi sorriderà.
Dimmi che tu sperando attenderai,
io pregherò la Madonnina che per te, mia bella Juna,
mi sorrida la fortuna
fino al dì che tornerò.
Juna, asciuga dunque le tue lacrime,
ritornerò nella tua casa
ed allor sarai mia sposa,
per la tua felicità...
La primavera torna con tutti i suoi fior,
ma è tanto amara se non ritorna il vapor,
Juna che spera già attende il suo marinar,
ma solo un eco giunge dal mar...
Juna, tu preghi ancora fra le lacrime,
ma quell'infìdo, grande mare
t'ha rubato il primo amore
che mai più ritornerà.
BIOGRAFIA (da Wikipedia):
Emilio Renzi, noto anche con lo pseudonimo ALDO VISCONTI (Faenza, 2 novembre 1908 -- Torino, 4 ottobre 1990), è stato un tenore italiano. Tenore lirico leggero, dalla voce piccola ma ben emessa e di notevole musicalità, studiò canto e studio dello spartito con il tenore Andrea Toscani e il maestro Emilio Piccoli. Il suo debutto avvenne il 20 maggio 1933, al Teatro Dante Alighieri di Ravenna, come protagonista in Faust di Charles Gounod. Cantò più volte al Teatro alla Scala di Milano e nei principali teatri italiani, ottenendo consensi da parte del pubblico. Grazie alla sua voce particolarmente fonogenica, fu interprete di alcune esecuzioni operistiche e operettistiche presso l'EIAR (attuale RAI). Negli anni trenta e quaranta, Renzi conobbe una grande popolarità, noto non solo agli appassionati di lirica (prese parte all'incisione della prima opera completa su dischi a 78 giri Cetra dell'opera Norma diretta da Gino Marinuzzi), ma anche nel campo della musica leggera dove, con lo pseudonimo Aldo Visconti, divenne famoso incidendo centinaia di canzoni, tra le quali una ricca serie di quelle cosiddette "di regime". Al termine della seconda guerra mondiale, il tenore faentino trovò chiuse le porte dei teatri italiani, per i suoi trascorsi di simpatia verso il regime fascista. Tornò a cantare solo agli inizi degli anni cinquanta, quando ottenne un ruolo di corista alla RAI di Torino, dove lavorò per sedici anni. Ancora a settant'anni era in grado di esibirsi in concerto.
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