Qui, l'attacco di questa seconda parte è decisamente giovanneo, perché Giovanni scrive: "Era malato un certo Lazzaro di Betania, il villaggio di Maria e di Marta, sua sorella". E questo è decisamente giovanneo, perché qui l'accento evidentemente è su Maria, perché dice il "…villaggio di Maria" e poi aggiunge: “…e di Marta, sua sorella". Il centro è Maria, e ne vedremo in seguito il perché. E' caratteristico, soprattutto se lo confrontiamo con l'evangelista Luca. Anche l'evangelista Luca al capitolo decimo (e anche qui abbiamo una simmetria) ha un accenno a questa Maria e a questa Marta, però, e qui si rivela appunto la caratteristica di Giovanni, qui Luca dice: "Gesù entrò in un certo villaggio (Betania era questo villaggio) e una donna chiamata Marta Lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella chiamata Maria". Ecco:
in Giovanni, Betania è "villaggio di Maria" che aveva una sorella, Marta;
in Luca invece abbiamo “il villaggio di Marta" che aveva una sorella, Maria.
Luca pone l’accento su Marta, invece Giovanni pone l’accento su Maria e queste differenze hanno la loro importanza, come si vedrà.
E Lazzaro? Lazzaro è il punto di passaggio tra il libro dei segni e il libro delle Parole, libro che conduce allo Spirito Santo, quindi che introduce in quel "Cielo - Cielo" dove la Realtà si vede dal Padre.
Lazzaro è simbolo di tutta l'umanità: di tutta l'umanità che è malata. L'argomento di oggi è proprio la malattia dell'uomo); l'uomo che è incluso in questo dramma divino (il tema di oggi è appunto: "L’UOMO NEL DRAMMA DIVINO"), l'uomo che scopre di essere gravemente ammalato. Tutta l'umanità è malata ed è rappresentata qui da Lazzaro, attorno al quale ci sono Maria e Marta.
Tra la prima e la seconda parte troviamo ancora delle analogie:
La prima parte ha un "Prologo" il cui centro è “Il Verbo si è fatto carne”: “In Principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio ... e: il Verbo si è fatto carne” (Gv 1,1.14). E abbiamo terminato questa prima parte, libro dei segni, col capitolo decimo con il tema: "Il Verbo si è fatto carne", (nel Verbo fatto carne abbiamo la sintesi di tutti i segni di Dio), ed abbiamo capito la lezione che ci viene da questo Verbo che si fa carne per l'uomo.
La seconda parte, il libro delle Parole, inizia con la morte e risurrezione di Lazzaro e termina con la morte e risurrezione di Cristo, passaggio necessario per aprirci alla Parola che ci orienta allo Spirito
Poi abbiamo un'altra analogia: appena passato il Prologo e terminato il primo capitolo abbiamo la grande presentazione di Maria, la Madre di Gesù, nella scena delle nozze di Cana, al capitolo secondo (tutti i nove capito li che seguono il Prologo iniziano tutti con una scena seguita poi dalle "lezioni" di Gesù; mentre invece, nella seconda parte, abbiamo la prevalenza della Parola di Dio che orienta allo Spirito Santo). Quindi nella prima parte all'inizio del capitolo secondo, abbiamo Maria nella scena delle nozze di Cana in cui il vino viene a mancare. "Non hanno più vino", dice Maria a Gesù (Gv 2,3), il che vuol dire: "non hanno più vita!" Ora, quando non c'è più vita è perché c'è la malattia mortale che sta scavando.
Anche qui, all'inizio della seconda parte, c'è un'altra Maria e c'è la malattia dell'uomo: troviamo Lazzaro malato e accanto a lui troviamo una Maria. Quindi abbiamo una Maria all'inizio della prima parte e abbiamo un’altra Maria all'inizio della seconda parte e in entrambe le parti c'è una situazione di malattia dell'uomo.
Ma nella seconda parte c'è qualcosa ancora di più: il capitolo XI inizia con la malattia, la morte e la resurrezione di Lazzaro e finisce con la morte e la resurrezione di Cristo, Verbo incarnato, per cui tutta questa seconda parte, il libro delle parole, è inclusa in questi due grandi termini:
morte e resurrezione dell'uomo,
morte e resurrezione del Cristo.
Per farci capire che l'anima dell'apertura al Cielo di Dio è proprio questo passaggio: morte e resurrezione. Cioè non si entra nel regno dello Spirito a cui ci orienta "il libro delle Parole" se non si superano tutti i segni, quindi anche Cristo perché la conoscenza della Verità viene dal Padre e non si entra in questo Cielo di Dio in cui tutte le cose vengono dal Padre, dedotte dal Principio, se non attraverso questo passaggio: morte e resurrezione. Morte a tutte le cose che si vedono e resurrezione, vita nelle cose che non si vedono: "Se siete morti con Cristo... non vivete più per le cose che si vedono, ma cercate le cose invisibili perché le cose invisibili sono eterne, le cose che si vedono invece sono temporanee, passeggere" (Col 1,3; 2 Cor 4,18).
Ecco l'invito della Parola di Dio: necessità di superamento di tutte le cose che si vedono; e cosa sono le cose che si vedono? tutte le cose che sono relative a noi, ai nostri sensi, al nostro io: sono “segni”;
Commento di Luigi Bracco al Vangelo. 17.Gennaio.1993
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