Al Centro culturale Candiani di Mestre , il 15 gennaio 2014 è avvenuta la presentazione del libro di Filippo Focardi :Il cattivo tedesco e il bravo italiano , a cura dell'Iveser , l'Anpi di Mestre e le due assoc. Esodo e Divisione Acqui ,rappresentate dal loro presidente Carlo Bolpin che introduce il tema del libro per poi lasciare tutto lo spazio dedicato , al primo relatore , Simon Levis Sullam,ricercatore tempo limitato in Storia contemporanea presso il Dipartimento di Studi umanistici di Cà Foscari e quindi al secondo relatore, Gabriele Guerra , germanista con dottorato alla Freie Universitat zu Berlin. Per ultimo , interviene anche l'autore Filippo Focardi che conclude il convegno efficacemente e con la notoria preparazione dopo aver risposto a un discreto numero di considerazioni fatte da esponenti di associazioni e semplici cittadini interessati all'argomento trattato. Una recensione del libro è stata fatta anche da Mario Avagliano di cui pubblichiamo un ampio stralcio :"Il nostro Paese fatica a liberarsi dal mito del fascismo buono e del "bravo italiano". Al di là delle esternazioni dell'ex premier Silvio Berlusconi (convinto peraltro di interpretare il pensiero della maggioranza), quel macigno del passato, che fu analizzato da David Bidussa già nel 1994, continua ad essere il punto di vista di milioni di italiani, dando linfa vitale tra l'altro ai movimenti che si richiamano a quei valori. L'idea che il fascismo sia stata una dittatura da operetta, i cui unici errori furono le leggi razziali e la partecipazione alla guerra, commessi peraltro solo per compiacere l'alleato Hitler, è molto più diffusa di quanto si pensi. Lo ha ribadito lo storico Fililppo Focardi in un saggio uscito lo scorso mese e intitolato "Il cattivo tedesco e il bravo italiano", Filippo Focardi (Editori Laterza). La narrazione nazionale della memoria, osserva Focardi, contrappone il "cattivo tedesco", violento, antisemita, brutale, al "bravo italiano", generoso, pronto a prodigarsi nel salvataggio degli ebrei e nel soccorso dei civili. Tacendo, minimizzando o negando il coinvolgimento del popolo italiano nel fascismo e nella persecuzione razziale e le responsabilità del paese nelle guerre fasciste e nei suoi numerosi crimini. Negli ultimi anni la storiografia ha alzato il velo su diversi aspetti taciuti e rimossi, dalle responsabilità autonome dell'Italia nelle leggi razziali fino all'uso dei gas chimici in Etiopia e alle violenze dei militari italiani in Russia e nei Balcani. Ma i risultati di queste ricerche hanno prodotto, come rileva Focardi, "solo flebili effetti sull'opinione pubblica, toccata alla superficie". E gli stessi manuali scolastici di storia ignorano il tema o lo trattano con sufficienza. Manca ancora una riflessione collettiva nazionale sul fascismo e sulle responsabilità e le colpe italiane. Il 17 novembre di quest'anno ricorre il 75° anniversario delle leggi razziste. Può essere l'occasione giusta?"
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