C’è la reintroduzione degli scritti alla maturità. C’è il tema dell’alternanza scuola lavoro. Ci sono le cariche della polizia dello scorso 28 gennaio. Di certo non mancano i motivi agli studenti milanesi per scendere in piazza, dopo settimane in cui le agitazioni si sono mantenute all’interno delle scuole, con 5 occupazioni dall’inizio dell’anno, tre ancora in corso.
Ma non basta più. E quindi eccoli, in 500 a invadere il centro di Milano, a urlare il loro malessere con cori contro il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, reo di voler reintrodurre gli scritti alla maturità. A ricordare che l’alternanza scuola-lavoro non può tradursi solo in manodopera gratuita per le aziende, ma che serve un vero orientamento al mondo del lavoro. A ricordare Lorenzo Parelli, studente diciottenne di Udine, morto nel suo ultimo giorno di stage. Perché, come urlano a ripetizione, nel 2022 non si può morire di scuola. E allora, sono scesi in piazza, per dire come la pensano e come deve essere, per loro che la vivono tutti i giorni, la scuola.
A Milano sono scesi in piazza anche studenti da tutta la Regione, ma l’intenzione è dare vita a un evento che sia nazionale e l’appuntamento è già segnato sul calendario: dal 18 al 20 febbraio a Roma. Per bussare direttamente alle porte del Ministero.
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