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anno 2018: in una piovosa notte di novembre attraversiamo le obnubilanti strade della Bassa Romagna fino ad arrivare alla biblioteca Manfrediana di Faenza, luogo destinato allo spettacolo 'Affabulazioni Botaniche' di Roberto Mercadini.
Entriamo nell'atrio principale e individuiamo immediatamente la sala dedicata allo spettacolo, si riconosce dai grappoli umani raddensati fuori dalla porta, dentro cui si intravede una platea stracolma di spettatori.
In un primo momento ci trafigge un senso di avvilente arresa, ma all'improvviso un moto di spontaneità ci guida verso una segreta entrata laterale accessibile. Entriamo, stretti come delle sardine. Lo spazio demograficamente sovraffollato crea un effetto stalla dovuto al caldo fiato dei partecipanti.
Temiamo di essere arrivati in ritardo poiché non si sente la voce di Roberto, bensì ci sono altri signori che stanno parlando. Ci viene il dubbio di essere nel posto sbagliato, ma intravediamo Roberto seduto tra le prime file in attesa di cominciare.
Una volta finito il dibattito incentrato sul tema della biblioteca, durato ben più di un'ora, finalmente è il momento di Roberto che immediatamente riaccende l'attenzione e l'entusiasmo del pubblico, eravamo tutti li per lui.
Comincia lo spettacolo e Roberto ci accompagna in un viaggio dove con le sue parole riesce a farci vedere attraverso i suoi occhi. Al termine dell'evento rimane disponibile per dei contatti umani, delle domande, delle strette di mano, degli scambi di sguardi.
In questo contesto lo avviciniamo e dal nostro incontro è sbocciata questa intervista essenziale, un prezioso frutto che ci ha donato con generosità umana e felicità arborea.
Grazie di cuore Roberto.


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