Una giovane donna intelligente e colta ma gravemente ammalata,
vittima di incubi ossessivi che la tormentano sin dall’infanzia ma non di tre stupratori. Sul corpo di una donna è nato un caso giudiziario e mediatico in cui lei stessa si è nutrita, ampliando e dilatando i racconti e i dettagli, smentendosi e contraddicendosi più volte. Ma era solo questione di ore e la verità sarebbe venuta a galla. Quelle ore sono scadute oggi, con l’ultima scarcerazione e il contestuale deposito delle motivazioni. Ma dall'andamento della discussione nelle tre udienze
non è difficile immaginare quali siano le ragioni esposte dai giudici del Riesame di Napoli che hanno deciso la liberazione di Antonio Cozzolino, Raffaele Borrelli e Alessandro Sbrescia accusati di aver violentato, il 5 marzo scorso, una ragazza nell’ascensore della stazione di San Giorgio a Cremano della circumvesuviana. Una sola conclusione: la vittima ha mentito. Ha mentito sempre perché questa è la conseguenza della sua malattia, un gravissimo disturbo della personalità che la colloca tra i “bugiardi patologici”, i mitomani. E per questo i giudici hanno ritenuto che dalle indagini sino a ora compiute siano emersi elementi di tale portata da farla ritenere inattendibile. Inattendibilità che allo stato rende impossibile, alla luce della giurisprudenza di merito e di legittimità,la previsione di sostenibilità in giudizio delle accuse. Inutilizzabili in un qualunque processo.
Stupro Circum, la ragazza ha mentito:
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