Commento di don Paolo Quattrone - sacerdote della diocesi di Aosta, parroco di Bard, Donnas, Hône e Vert.
Mercoledì 27 Settembre
Oggi celebriamo la memoria di san Vincenzo de’ Paoli, sacerdote francese che poco per volta scoprì che il Signore gli chiedeva di concentrarsi soprattutto nell’ambito della carità assistendo gli ultimi, i poveri ideando le Compagnie della Carità e le figlie della Carità, dove preghiera e azione si sposano insieme perché l’una necessita dell’altra. Guardiamo alla prima lettura tratta dal libro di Esdra e in particolare a questa preghiera accorata di Esdra: “Mio Dio, sono confuso, ho vergogna di alzare la faccia verso di te, mio Dio, poiché le nostre iniquità si sono moltiplicate fin sopra la nostra testa; la nostra colpa è grande fino al cielo…” Esdra intercede presso Dio per il popolo che si era allontanato da Dio e dalla religiosità ebraica perchè il popolo era stato in esilio e si era contaminato con la cultura babilonese. I poveri non sono soltanto coloro che non hanno mezzi economici ma anche i poveri a livello spirituale perché pensano di non essere all’altezza di Dio. Chi è all’altezza di Dio? Nessuno! Eppure molte persone vivono questa povertà che evocano le parole di Esdra nella frase che vi ho evidenziato: Mio Dio, sono confuso, ho vergogna di alzare la faccia verso di te, mio Dio… Non dobbiamo mai vergognarci di andare da Dio, qualsiasi cosa accada io posso e devo andare a Lui per portargli ciò che vivo anche i miei peccati, le mie mancanze, imperfezioni, incoerenze e sconfitte. La gente deve scoprire che non siamo mai poveri perché Dio ci colma del suo amore ogni giorno, in ogni momento.
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