Quanto successo per gli scrutini delle regionali del 2012, quando si tornò al voto in 9 sezioni, per quelli delle amministrative del 2018 (con il Tar che decise di ripetere il voto in 9 sezioni e il Cga che ribaltò la sentenza di primo grado escludendo il ritorno alle urne), e per quelli delle regionali del settembre dell’anno scorso, che costrinse l’Ufficio Centrale circoscrizionale presso il Tribunale di Siracusa a rivedere i verbali di 43 sezioni del siracusano, dovrebbe indurre il legislatore ad una rapida modifica della normativa in materia di scrutini elettorali. Queste le prime affermazioni dell’avv. Paolo Cavallaro, Dirigente regionale di Fratelli d’Italia.
Sarebbe opportuno – prosegue Cavallaro – introdurre la possibilità per l’Ufficio Centrale, in casi gravi, di riaprire le buste contenenti le schede votate, alla presenza dei componenti dei seggi interessati da errori ed omissioni nei verbali, in nome dell’interesse primario al rispetto del voto popolare. Sarebbe anche opportuno accrescere i requisiti per l’iscrizione nell’elenco tenuto dagli Uffici della Corte d’Appello, prevedendo il possesso della laurea o l’esperienza documentata presso la Pubblica Amministrazione, aumentando le indennità previste.
Necessario, infine, limitare la possibilità di rinuncia alla funzione di Presidente solo a gravissimi e specifici motivi – argomenta il dirigente di FdI – prevedendo in ogni caso l’eventuale sostituzione esclusivamente con altri soggetti facenti parte dell’elenco depositato presso la Corte d’Appello o con personale dirigente della Pubblica Amministrazione.
Non è accettabile in una democrazia matura come la nostra assistere a ritardi ed errori ed omissioni in fase di scrutinio, perché questo getta discredito al sistema stesso delle elezioni e allontana gli elettori dalle sezioni elettorali, sempre più disertate.
Si corra subito ai ripari, mentre ancora siamo in tempo, perché altri strafalcioni sarebbero veramente un duro colpo alla democrazia, già in forte crisi per svariati motivi su cui non è il caso qui di soffermarsi.
Ho paura – conclude l’avv. Palo Cavallaro – che ci stiamo abituando all’approssimazione, alla superficialità, agli errori, spesso con atteggiamento troppo indulgente e che stride con la sacralità della democrazia e con il doveroso e forte senso di rispetto delle regole che governano il momento più importante della vita delle Istituzioni pubbliche.
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