È il simbolismo concettuale quello che si evidenzia nelle sculture e nelle foto della Collezione Dedalo Spaziale.
Il tema dedalico ispira l’artista, che si insinua liberamente nel labirinto della fantasia e dell’immaginazione generando esperienze multisensoriali dilatate nello spazio-tempo.
Una danza cosmica per entrare in contatto con l’anima del mondo, un viaggio tra materia e antimateria alla ricerca dell’assoluto, in una dimensione spirituale, quasi una rievocazione dei misteri racchiusi nel cosmo.
Il rame, con il suo colore lucente, fa riaffiorare elementi quasi corrotti da atmosfere mefitiche, il nero della cera liquida che cola, che avvolge, che si insinua, si infiltra e si attacca; a simboleggiare la potenza del caos, la morte, i teschi sospesi in aria; un presagio, una premonizione di Mora, che ha realizzato la serie molto prima degli eventi funesti legati alla pandemia che hanno coinvolto tutta l’umanità .
Le opere sono fotografate in modo tale da mantenerne visivamente una dimensione che fa riflettere sullo scarto incolmabile tra illusione e realtà, tra arte e vita, tra l’uomo sulla Terra e i cicli bionici dell’Universo. Un viaggio verso destinazioni avvincenti e ignote, lasciando la precarietà del mondo con le sue miserie, dove non può esistere che il riflesso della perfezione; abbandonandosi in affascinanti derive spaziali dove gli stati della materia si purificano e si sublimano nella luce.
Un invito a sintonizzare mente e cuore sui ritmi dimenticati degli oggetti celesti, nella convinzione che per l’uomo non esistono né riposo né fine.
Quando avrà conquistato tutto lo spazio profondo e tutti i misteri del tempo, ebbene sarà ancora all’inizio.

Ingrid Rampini - Curatrice

It is the conceptual symbolism that is highlighted in the sculptures and photos of the Dedalo Spaziale Collection.
The dedalic theme inspires the artist, who freely insinuates himself into the labyrinth of fantasy and imagination generating multisensory experiences dilated in space-time.
A cosmic dance to get in touch with the soul of the world.A journey between matter and antimatter in search of the absolute, in a spiritual dimension, almost a re-enactment of the mysteries contained in the cosmos.
The copper, with its bright color, brings to light elements almost corrupted by mephitic atmospheres, the black of the liquid wax that drips, that wraps, that creeps, infiltrates and attacks; to symbolize the power of chaos, death, skulls suspended in the air; an omen, a premonition of Mora, who realized the series long before the disastrous events related to the pandemic, which involved all humanity.
The works are photographed in such a way as to visually maintain a dimension that makes us reflect on the unbridgeable gap between illusion and reality, between art and life, between man on Earth and the bionic cycles of the Universe.
A voyage to captivating and unknown destinations, leaving the precariousness of the world with its miseries, where there can only be the reflection of perfection; abandoning oneself in fascinating spatial drifts where the states of matter are purified and sublimated in the light.
An invitation to tune mind and heart to the forgotten rhythms of celestial objects, in the conviction that for man there is neither rest nor end. When he has conquered all the deep space and all the mysteries of time, well he will still be at the beginning.
Ingrid Rampini - Embedded curator

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