La Biblioteca del Monumento Nazionale di Farfa protagonista di Biblioteche d’Italia, prosegue il viaggio del Ministero della Cultura con l'Agenzia di Stampa Dire alla scoperta dei tesori del patrimonio librario italiano.

Ospitata dalle mura antichissime dell’Abbazia del Farfa, tra i più importanti siti del Medioevo, la Biblioteca statale di Farfa rappresenta una preziosa testimonianza della vita monastica scandita dalla Regola benedettina che contemplava la presenza di testi per la formazione, lo studio e la preghiera. Già dall'VIII secolo, gli amanuensi dell'imponente monastero si dedicavano alla produzione dei manoscritti. «Lo Scriptorium di Farfa ebbe il suo massimo sviluppo nel secolo XI sotto l’abate Ugo I con il fiorire di una scrittura caratteristica, classificata dai paleografi come Scrittura romanesca farfense, una specie di corsivo con i caratteri della scrittura romanesca», racconta don Andrea Eugenio Gargiulo, direttore della Biblioteca.

«Molti codici sono stati prodotti in questo Scriptorium», spiega ancora il Padre Priore, «ma purtroppo ne restano pochi. Soprattutto uno che ha un particolare rilievo ed è proprio dell'XI secolo: si tratta di un Innario in cui in una miniatura si ravvisa la prima immagine della Madonna di Farfa, a cui appunto l'Abbazia è stata dedicata».

Oggi la Biblioteca possiede un patrimonio di circa 50mila volumi, tra cui 8mila del fondo storico e un fondo manoscritti che ne conta 350 in volumi e 234 sciolti. E poi 46 incunaboli, 581 cinquecentine e 2.198 opuscoli, oltre a circa 200 titoli di periodici italiani e stranieri.

Le opere più significative della Biblioteca sono fruibili grazie a una sala espositiva che viene resa accessibile anche al pubblico attraverso visite guidate. «E per le scolaresche», conclude Don Gargiulo, «organizziamo anche dei laboratori di scrittura che si sono interrotti a causa della pandemia, ma che certamente presto rifioriranno».

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