Le forze dell'ordine hanno messo le mani sugli affari della criminalità organizzata romana, colpendo, con un maxi sequestro da 25 milioni di euro, gli interessi di una 'cupola' trasversale - composta da Casamonica, Camorra e 'Ndrangheta - che riciclava su tutto il territorio nazionale i proventi delle attività illecite.
A emettere il decreto di sequestro il Tribunale di Roma dopo una lunga attività di indagine di natura patrimoniale che ha permesso di rintracciare i patrimoni illecitamente accumulati da alcune delle figure di spicco della criminalità organizzata. Si tratta di Filippone Francesco nato, 36 anni di Melicucco, il quarantacinquenne romano Bottiglieri Alessandro, Camillò Rocco nato a Polistena in provincia di Reggio-Calabria, Marcello Giovinazzo nato a Taurianova nel 1970, Salvatore Casamonica nato a Frascati di 28 anni, il quarantasettenne Roberto Giuseppe Cicivelli di Marino, Emanuele Lucci romano di 46 anni, Francesco Calvi di Melicucco, reggio Calabria, e il concittadino Michele Mercuri di 49 anni.
"UNA JOINT-VENTURE" CRIMINALE - A tutti i soggetti coinvolti, emersi a più riprese nelle attività investigative svolte dagli organi inquirenti a partire dagli anni '90, viene imputato il traffico e spaccio di cocaina proveniente dalla Calabria e destinata al mercato romano. Il quadro ricostruito dalla Procura è quello di una complessa joint-venture criminale che deteneva il controllo di varie attività illecite, oltre al traffico di stupefacenti, come usura, estorsioni e riciclaggio.
Nel provvedimento del Giudice viene specificato come “deve parlarsi di pericolosità 'qualificata' poiché gli stessi- anche quando non siano direttamente appartenenti ad associazioni di stampo ‘ndranghetista – sono tuttavia pronti ad agevolare tali associazioni ed inoltre attuano attività di riciclaggio". "Ne emerge un complesso sistema criminale - aggiunge poco dopo il provvedimento - che coinvolge non solo i soggetti proposti ma tutte le società agli stessi riconducibili, le quali fungono da “contenitori” per la gestione di capitali provenienti da attività delittuose”.
IL SEQUESTRO - Il decreto del Tribunale di Roma ha disposto infatti il sequestro di 10 immobili, 43 società individuali, 45 aziende commerciali e cooperative, 30 veicoli e svariati rapporti bancari e postali individuati finora presso 68 istituti.
Tra i beni sottoposti a sequestro a Roma i bar “Pio Er Caffè”, “L’Angolo d’Oro” e il ristorante “Hostaria Sora Franca”, tutti nei pressi del Vaticano e intestati formalmente a terzi, tra cui due cittadini cinesi. E ancora una trattoria in Trastevere, intestata a una cittadina romena e ad una cittadina ucraina. Inoltre, una palestra un negozio di calzature a Ciampino, della famiglia Casamonica.
Ma ci sono anche beni e aziende sequestrate fuori dalla Capitale, come al cooperativa di facchinaggio in Arienzo (CE), una cooperativa O.n.l.u.s. a S. Nicola La Strada (CE), la società SERRMAC s.a.s. con sede in Budoia (PN), per anni considerata un’eccellenza italiana nel mondo, per la costruzione di trapani a colonna e maschiatrici, acquisita a seguito di fallimento e un’azienda di somministrazione di cibi e bevande con sede in Parma.
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