A cura di Giuseppe Pezzo
La risalita di magma, l’intrusione di dicchi e il collasso di porzioni di edifici vulcanici sono fenomeni osservati in molti vulcani nel mondo, ma le interazioni tra questi fenomeni sono ancora poco documentate e conosciute. Un’opportunità di osservazione e di studio di tali interazioni si è concretizzata nel Dicembre 2018, quando si è verificato un evento parossistico con una eruzione, la colata di materiale lavico e la messa in posto di dicchi magmatici nella zona dei Rift del M. Etna, seguito, dopo due giorni, da un evento sismico di Magnitudo 4.6 sulla faglia di Fiandaca, sul versante sudorientale del vulcano.
L’utilizzo di tecniche di interferometria satellitare SAR (classica e multitemporale) insieme ai dati di spostamento del suolo provenienti dalla rete permanente GPS dell’INGV e dell’ISPRA, ha permesso di ricostruire il quadro de deformativo connesso a tali eventi. I risultati ottenuti mostrano, oltre all’allargamento di qualche metro di tutto il vulcano dovuto all’intrusione del magma, anche una accelerazione della velocità di scivolamento del fianco orientale dell’edificio vulcanico insieme una inflation del vulcano.
I modelli analitici delle diverse sorgenti di deformazione, lo studio dei trasferimenti di stress e l’integrazione con recenti modelli tomografici, hanno permesso di ottenere un modello concettuale completo circa i processi dinamici dell’Etna.
In questo studio si propone un processo di feedback tra la risalita dei magmi, i processi intrusivi superficiali e il collasso del fianco orientale dell’Etna. Il continuo movimento del fianco orientale ha favorito, nel tempo, la messa in posto di dicchi magmatici nell’area immediatamente a monte del collasso stesso, nel Rift Nord-Est e Rift Sud. La geometria e l’ubicazione di questi volumi di magma appare essere in continuità con delle strutture tettoniche presenti nel basamento, sotto i depositi vulcanici, interpretate nel modello tomografico. La risalita di materiale vulcanico provoca un allargamento di tutto l’edificio e imprime un’accelerazione al collasso del fianco orientale. Questa accelerazione a sua volta, da un lato provoca eventi sismici lungo le faglie che bordano il collasso del fianco; dall’altro genera una depressurizzazione del settore in eruzione, a monte, arrestando l’eruzione stessa.
In quest’ottica, lo scivolamento del fianco orientale dell’Etna ha la funzione di una valvola che favorisce o inibisce le eruzioni nel settore immediatamente a monte, mentre la variazione di velocità del collasso può essere considerata una sentinella di eventuali eventi parossistici e/o di processi di intrusivi.
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