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Francesco Buzzurro, Francesco Cafiso e Giuseppe Milici, tre stelle siciliane della grande musica internazionale, tutte le volte che suonano insieme portano sul palco -- e in sala -- una magia difficilmente riproducibile da altri musicisti. "I magnifici tre", li chiama Alfredo Lo Faro, il loro produttore, lo stesso che ha avuto la geniale intuizione di mescolare il sax di Cafiso con la chitarra-orchestra di Buzzurro e l'armonica di Milici, con un risultato ormai collaudato che non lesina di certo le emozioni.
Se poi, come in occasione dell'evento palermitano, a loro si aggiunge la voce meravigliosa di Antonella Ruggiero, il successo è assicurato. Di più: sono assicurati i brividi, la partecipazione e l' entusiasmo del pubblico. Dagli anni Venti di Amapola al jazz di Duke Ellington, dalla ninnananna di Rosa Balistreri ai brani degli inizi con i Matia Bazar, alle sonorità molto siciliane della Banda di Francesco Cafiso, Ruggiero e i Magnifici tre, in qualche caso insieme ad un gruppo di giovani musicisti, hanno evocato tutte le suggestioni che la musica può offrire, senza preconcetti di generi. Come dice la Ruggiero, "quando la musica è bella, è bella, e poco importa chi l'ha composta e in quale momento storico".
E poi, va detto, quei tre lì sul palco insieme ci stanno benissimo. Basta cogliere gli sguardi tra Buzzurro e Milici, che danno il via a momenti di un'intensità difficile da raccontare a parole, con Cafiso che arriva e ci mette del suo, da quel grande che è. La stima e il legame tra di loro si percepiscono nettamente, tanto quanto l'amore del pubblico per questi tre grandi musicisti, resi ancora più grandi dal loro essere deliziose persone "normali".
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