"... in questa canzone, viene definita quella sensazione provata per chi si ama in quell'attimo in cui il solo pensiero accarezza l'idea di raggiungerla."
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Per quello che mi riguarda invece, sono stato irrimediabilmente conquistato da questo brano, cantato da Renato Zero, mentre camminavo, sotto un cocente sole estivo siciliano, dopo aver visitato il luogo di prima sepoltura di Santa Lucia, a Siracusa.
Camminavo verso l'isola di Ortigia e, volutamente cambiavo strade per non ripercorrere a ritroso quelle di andata...
Siracusa mi aveva già conquistato con le sue innumerevoli bellezze, prima fra tutte il ROSONE normanno presso le Catacombe di San Giovanni...ma quando la canzone s'impossessò di me, stavo proprio camminando...
e sognavo, sulle ali della fantasia...la Ricerca di quell'Amore...
Non sapevo nulla di questa canzone, che fosse stata scritta da Giancarlo Bigazzi, che all'epoca non conoscevo e che Renato Zero l'avesse solo cantata, per omaggiarlo...
L'avevo ascoltata, più e più volte, in loop, mentre camminavo e al rientro a casa, a Roma, ho provato a risuonarla, cercando gli accordi.
Al solito, ci sono le mie difficoltà: in primis il mio "poco" istinto musicale, poco sviluppato e molto domato, e in secondo luogo la mia mancanza di immediatezza "musicale"...ma, come ormai mi sono anche abituato a dire,: " ho giocato solo col pianoforte, ...non col cuore"
C'é il mio solito messaggio di chi sogna di essere amato; ...cercatore inesauribile di Bellezza,...sognatore col sorriso e la fiducia nel prossimo; ...che cammina, nonostante i tentennamenti e i ripensamenti, e procede: un viandante.
Lo dedico a chi oggi festeggia la vita e magari è capace di saper leggere il mio sorriso
ps Rispetto alla versione originale, a cui mi sono abituato e nel cui finale Renato sussurra un delicatissimo "riposati", ho voluto destabilizzare un pò la situazione, e per qualche frazione di secondo ho concluso su un LA bemolle, prima di risolvere e riposare anch'io sul DO maggiore, ma molto in sordina e quasi impercettibile.
Soprattutto però, e lo dico prima di tutto a me me stesso, e poi magari anche a chi vorrà ascoltarmi e, volesse il cielo, anche seguirmi, concludo con un romanesco "Daje" il cui significato per me é: " E che stamo a spettà?!? ...damose da fa! Daje su!!!"

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