Roma, 22 ott. (askanews) - Grandi spazi per il nuovo Museo dell'Opera del Duomo di Firenze, una collocazione straordinaria per le opere elaborate dagli artisti del Rinascimento per decorare Santa Maria del Fiore. Tre anni di lavoro e 45 milioni di euro per un museo che racconta la storia di Firenze dando chiavi di lettura al di là di un turismo mordi e fuggi. Il fulcro dell'esposizione, che prende in altezza tutto il museo, è la ricostruzione della facciata del Duomo opera di Arnolfo di Cambio, incompiuta e poi smantellata. Il direttore del Museo dell'Opera del Duomo, monsignor Timothy Verdon:
"Per secoli abbiamo studiato le celebri porte del Ghiberti di cui la più conosciuta è la porta del Paradiso come se fossero oggetti a se stanti. Ma erano pensate per stare in una piazza e precisamente di fronte all'opera scultorea più grande dell'epoca che era l'incompiuta facciata del Duomo, con più di 50 statue, che era compiuta solo fino a un terzo della sua altezza".
"La facciata è stata ricostruita in scala 1:1 grazie al fatto che prima di smantellarla nel 1587 i fiorentini di allora fecero fare un disegno esatto, in base al quale abbiamo potuto ricostruirla quasi tutta in larghezza e tutta l'altezza, perché non era mai stata portata a più di venti metri d'altezza".
"Noi abbiamo riportato la Porta del Paradiso e le altre porte del Battistero di fronte a quella facciata ricostruita; le statue che in origine erano nelle nicchie vi sono state riportate. Le porte oggi si vedono come Ghiberti e i suoi contemporanei credevano che sarebbero state visibili, in rapporto a questa grandissima facciata".
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