Recensione: "Posti in piedi in paradiso" (recensione sotto diritti d'autore, copyright Cinefilo Moviebook, 2011)
Un buon film, questo "Posti in piedi in paradiso", che prende il titolo da una battuta di uno dei tre ottimi protagonisti, Pierfrancesco Favino (uno dei migliori attori italiani in assoluto, finalmente noto anche all'estero), che insieme allo stesso Verdone (in ottima forma) e all'emergente, anche se non giovanissimo, Marco Giallini rendono questo film un'ottima miscela di comicità e amarezza. Il film è una ottima riflessione, amara e comica ad un tempo, sugli uomini divorziati, e offre anche un bel messaggio sull'importanza dei valori della famiglia. La storia è questa: le vite dei tre protagonisti, appunto tre uomini divorziati e con grossi fallimenti lavorativi sulle spalle, che devono badare con grosse difficoltà al mantenimento delle ex mogli e dei figli, si incrociano quando i tre, fino a poco prima dei perfetti sconosciuti, decidono di dividere le spese e andare a vivere insieme; la convivenza (in una casa già di per sè 'tragicomica' per le sue caratteristiche) metterà in luce difetti e manie dei cinquantenni dell'attuale società italiana, le loro frustrazioni, soprattutto il senso di solitudine dei separati; ma la convivenza sarà animata dall'arrivo di una giovane, bella e stralunata cardiologa, interpretata da una meravigliosa Micaela Ramazzotti (attrice molto brava, valorizzata al massimo delle sue potenzialità da Verdone), che si innamorerà di uno di loro... In questo personaggio, probabilmente Verdone, autore di un'ottima sceneggiatura, ha voluto realizzare una metafora: gli uomini separati in Italia oggi hanno bisogno di una sola cosa, di una cardiologa che riesca a curare la loro solitudine e le loro pene d'amore. Il film ha diversi momenti comici piuttosto brillanti, ad esempio nella scena del messaggio sms a Gabriele Muccino (chi ha visto o vedrà il film può capire) e nella scena della festa di compleanno della Ramazzotti, qualche altro meno riuscito (ad esempio, il furto tradottosi in fiasco operato dai tre per recuperare i soldi per il mantenimento delle mogli); ha, inoltre, un finale di respiro europeo, ambientato nella splendida Parigi, dove Verdone torna per incontrare sua figlia. E di respiro europeo bisogna parlare per un autore come Verdone, che dopo un periodo di appannamento, negli ultimi anni è tornato ad ottimi livelli, riuscendo a far riflettere e a far sorridere, continuando in quella sua opera che un noto critico cinematografico ha definito di "pedinamento degli italiani", ovvero di portare in scena i difetti, le manie, i sentimenti e le frustrazioni degli italiani di oggi.
Voto: 7
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