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Negli Stati Uniti la frase "Time is brain" (il tempo è il cervello) è il monito rivolto a pazienti, familiari ed operatori sanitari in caso di ictus cerebrale, perchè davvero il tempo è fondamentale per salvare il cervello, per far sì che lo i danni dovuti alla mancanza di afflusso di sangue ad alcune aree cerebrali non provochino danni. Quindi fondamentale che alcuni segni non vengano sottovalutati, come ad esempio un formicolio ad un braccio, la perdita di forza a gambe o braccia, speso su un unico lato, difficoltà di parola, vertigini o qualunque difficoltà a muovere i muscoli del viso (la famosa prova del sorriso per vedere se la bocca si muove in modo simmetrico). In caso ci sia il sospetto di qualche problema circolatorio è bene rivolgersi il prima possibile ad una Stroke Unit, centri di riferimento dove la presa in carico del paziente prevede subito indagini radiologiche ed esami ematochimici per valutare la condizione e decidere il tipo di terapia. Parliamo di tutto questo con il Dott. Pietro Caliandro dell'Unità di Neurologia e Stroke Unit del Policlinico Agostino Gemelli di Roma che ci spiega che in caso di ictus ischemico - quindi quando non c'è emorragia cerebrale ma mancato afflusso di sangue dovuto ad una occlusione dei vasi - condizione che si valuta attraverso una tac - si può intervenire con la trombolisi per ripristinare il circolo sanguigno e far regredire i sintomi. Naturalmente questo trattamento deve essere effettuato entro un certo numero di ore dall'evento ischemico e deve essere seguito nei giorni successivi da ulteriori indagini radiologiche come una risonanza e da una terapia antiaggregante per una prevenzione secondaria. ma fondamentale resta l tempestività dell'intervento, perchè anche pochi minuti possono fare la differenza nel preservare funzioni fondamentali come quelle del movimento o del linguaggio, quindi: prima di tutto prevenzione con stili di vita e controlli periodici con un ecocolordoppler dei vasi epiaortici per valutare il calibro delle carotidi ed eventuali placche arteriosclerotiche, e poi attenzione a qualunque segnale possa far sospettare un episodio ischemico anche minore - i cosiddetti Tia che sono sicuramente transitori, da pochi minuti a poche ore, ma sono campanelli d'allarme che vanno indagati e valutati per decidere terapie di prevenzione.
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