Il complesso archeologico di Cuccurada sorge sulla punta meridionale del tavolato basaltico mogorese di “Sa Struvina”, in posizione di ampio dominio sulla piana del Campidano e sulla valle del Rio Mogoro. Le attività di scavo effettuatesi dal 1994 ad oggi hanno evidenziato la presenza di strutture monumentali riferibili a diversi periodi: una muraglia megalitica, una struttura ciclopica a pianta ellittica (Cuccurada A), riferibili all’Eneolitico evoluto (Cultura Monte Claro 2700 – 2200 a.C.) e un insediamento abitativo su cui insistono le spettacolari strutture di un originale nuraghe complesso (Cuccurada B), originatosi su un primitivo edificio a corridoio. Nell’area archeologica si segnalano inoltre rinvenimenti isolati di materiali più antichi, riferibili alla Cultura di S. Michele di Ozieri, risalenti al Neolitico Finale (3200 – 2800 a.C.).
Il monumento nuragico è costituito da un più antico edificio a “corridoio” su cui si addossò successivamente, attraverso cortine sub – rettilinee, un bastione polilobato. Il nucleo a corridoio presenta pianta reniforme, ingressi trasversali opposti e due cellette ellittiche contrapposte (F1; F2). Il bastione si articola in quattro torri perimetrali (B, C, D, E) raccordate da cortine che delimitano un vasto cortile centrale da cui si accede ai vani interni del monumento, rafforzato da un poderoso rifascio murario. Esternamente, nella zona antistante l’ingresso del monumento, sono stati individuati i resti del villaggio nuragico. Le operazioni di scavo, svolte sia sugli strati di crollo che circondavano il nuraghe, sia sui depositi culturali, hanno restituito una ricca documentazione relativa alle fasi di vita del monumento comprese tra il Bronzo Medio (1600 – 1300 a.C.) e Recente (1300 – 1150 a.C.), con sporadica frequentazione nel Bronzo Finale (1150 – 900 a.C.) e nella I Età del Ferro (900 – 730 a.C.).
L’interessante e nutrita documentazione materiale proveniente dagli scavi di Cuccurada verrà ospitata nelle sale del seicentesco Convento del Carmine dove è in corso l’allestimento del Museo Archeologico. Lo studio di questi reperti è di fondamentale importanza per capire gli avvicendamenti culturali del monumento e per individuare l’uso e l’organizzazione dello spazio nei vari ambienti.
Tra le ceramiche si segnalano scodelle, ciotole, tegami e olle legate alla conservazione e consumazione di cibi e bevande; i reperti litici documentano le attività agricole e di caccia, mentre le fusaiole testimoniano l’attività di filatura.
Tra gli oggetti in metallo si segnala il ritrovamento, nella Torre D, di un piccolo gruppo bronzeo nuragico, raffigurante una dinamica scena di caccia.
Di particolare rilievo è anche il deposito votivo di periodo romano, caratterizzato dalla presenza di numerosissimi crani animali, per lo più di ovini, con spilloni in osso, lucerne fittili, monete in bronzo e frammenti di vetro, riferibili al IV sec. d.C. quando il monumento, ormai parzialmente distrutto, fu oggetto di culti sincretistici.
DESCRIZIONE TRATTA DAL SITO ISTITUZIONALE DEL COMUNE DI MOGORO
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