Si conclude con un bellissimo video il progetto “… e lo chiamano Amore" , un progetto che ha rappresentato per la Provincia di Siena un’importante occasione di implementazione e sviluppo delle attività di prevenzione e contrasto alla violenza di genere, che caratterizzano l’impegno di questo Ente sul terreno della promozione di pari opportunità e del contrasto alle discriminazioni. La Provincia di Siena già nel 2007 aveva costituito il Tavolo Interistituzionale contro la violenza sulle donne.
Il video è stato il prodotto finale del progetto e dei percorsi formativi, iniziati nel gennaio 2020, sostituendo gli eventi in presenza che non si sono tenuti a causa della pandemia in atto. Per ovviare alle notevoli difficoltà, i partner dell’area senese hanno ritenuto opportuno realizzare un prodotto digitale da diffondere "on air".
Il progetto, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le Pari Opportunità, nasce dalla collaborazione tra le province di Siena, Arezzo e Grosseto.
Ogni Provincia, nell’ambito dell’architettura organizzativa del progetto, è stato soggetto coordinatore dei partner locali, sottoscrittori dell’ATS, che nel caso della Provincia di Siena sono i seguenti:
Consigliera di Parità provinciale, che ha partecipato al progetto nel suo ruolo istituzionale di figura di tutela nei confronti di ogni forma di discriminazione basata sul genere in ambito lavorativo;
Ufficio Scolastico Territoriale di Siena e Arezzo, che si è occupato del coordinamento didattico del progetto;
Centri antiviolenza (Amica Donna, che opera nella zona della Valdichiana senese, Donna Amiata Valdorcia, Donne Insieme Valdelsa e Donna Chiama Donna che opera nel senese).
Il progetto ha rappresentato l’occasione per implementare, in una logica interprovinciale, azioni di prevenzione e di stimolo alla costruzione di una cultura della non violenza, a partire proprio dalla scuola in quanto istituzione che concorre alla trasmissione culturale e valoriale. Inoltre, offrire strumenti per accrescere e sedimentare la consapevolezza su tali temi, mediante proposte educative in chiave di genere e prevenzione della violenza, significa sottolineare il ruolo della scuola quale agente di cambiamento nella costruzione di identità libere e relazioni improntate al rispetto reciproco.
In questa dimensione sono stati fondamentali la formazione e l’aggiornamento dei/delle docenti in servizio, affinché implementassero e/o acquisissero quelle conoscenze e competenze necessarie per realizzare proposte educative in chiave di genere e prevenzione della violenza.
La scuola, infatti, costituisce un osservatorio privilegiato, sotto diversi profili, nella prevenzione e nel contrasto della violenza di genere, in quanto è un luogo dove i comportamenti stereotipati e gli agiti violenti, spesso anche sotto forma di bullismo sessista, hanno modo di essere contrastati dalla presenza di adulti di riferimento. Inoltre lo stesso apprendimento, ancora improntato ad una visione falsamente neutra del sapere, come testimoniano ricerche e studi in materia, viene trasmesso agli studenti, consolidando una idea fissa e stereotipata di mascolinità e femminilità.
A ciò si aggiunga che spesso il personale docente e non, si trova a fronteggiare sia l’emersione che la gestione di situazioni di violenza.
La formazione e l’aggiornamento dei docenti sono quindi uno strumento imprescindibile per affrontare in modo adeguato queste situazioni, come ormai la normativa comunitaria, nazionale e di settore indicano da tempo.
Nell’ambito del progetto, la rete senese ha realizzato percorsi di formazione rivolti al personale docente dei tre ordini di scuola (primaria, secondaria di 1° e 2 ° grado), replicati nella 4 zone in cui si articola il territorio, precisamente valdelsa, zona senese, valdichiana e amiata-valdorcia, dando seguito in tal modo ad interventi attivati nel corso degli anni.
Uno dei punti di forza del progetto è stato infatti quello di intercettare il target di riferimento (giovani e mondo della scuola) attraverso azioni mirate, che hanno preso spunto dalle peculiarità dei vari territori e dalle best practice sviluppate a livello locale, mediante una serie di interventi che hanno implementato e qualificato le azioni in precedenza intraprese dai singoli territori.
Nel caso senese si è trattato di proseguire e rafforzare iniziative realizzate proprio sul piano della formazione dei/delle docenti e sulla diffusione nelle scuole di modelli culturali liberi da stereotipi e pregiudizi, anche in termini di prevenzione primaria, nella convinzione che anche gli stereotipi sessisti contribuiscono a mantenere saldo quel substrato culturale in cui affondano le loro radici i comportamenti violenti e discriminatori, che ledono la dignità e la libertà della donna.
Il percorso formativo è avvenuto sotto il coordinamento didattico dell’Ufficio scolastico territoriale.
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