Sarà l'altezza, sarà che non ha la spinta necessaria, ma questo cratere non sembra più avere la forza per fare gli spettacolari parossismi a cui per tre anni siamo stati abituati.
Così da "parossismi" si è passati a chiamare queste eruzioni "episodi eruttivi". Eventi più placidi, lenti ad aumentare ed a calare, ma pur sempre spettacolari.
Le esplosioni riprendono settimane prima, con l'alternarsi di alti e di bassi, quasi tutte invisibili dalle nostre case. Il 9 giugno si ha un impennata e i lapilli cominciano ad oltrepassare l'orlo craterico, il tremore è fermo.
Il 14 giugno si palesa l'inizio dell'evento eruttivo in senso stretto, aumenta l'ampiezza del tremore. Intanto in tutte le case d'Italia i televisori sono accesi sulla prima partita della Nazionale ai Mondiali di calcio. Ma l'Etna non ne tiene conto, aumenta visibilmente l'attività ed i tanti appassionati seguono l'istinto e si avvicinano per chiedere quali intenzioni abbia per la nottata. L'aumento è lento, un trabocco stenta la mattina del 15 giugno, poi scorre sulle colate di dicembre ed entra in Valle del Bove. La giornata è brutta, tutt'altro che quel che ci si aspetta da un inizio d'estate. La cima si ammanta di bianco ed esce una gran quantità di vapore. La sera lo spettacolo diventa entusiasmante, le esplosioni sono continue, tremano le vetrate delle case vicine al vulcano.
Il 16 giugno l'attività continua, a dimostrazione che di parossismi, per definizione brevi e intensi, non si può parlare. Mi inerpico insieme a un amico per il sentiero di Schiena dell'Asino, arriviamo che il Sole è ancora alto e aspettiamo il tramonto, intanto la parete della Valle del Bove sembra essersi tramutata nella Sciara del Fuoco dello Stromboli. Un rotolamento continuo di pietre, la maggior parte delle quali devono essere superiori alla grandezza di un uomo. Il terreno in forte pendenza gli indica la strada da seguire, qualche roccia più acuminata sul percorso le spezza in più parti e le fa volteggiare per aria prima di un rovinoso impatto al suolo, avvolte da un nuvolone di fumo. Cala il buio e le ultime nuvole che dal tramonto erano rimaste lì a coprire la cima si scostano, appaiono getti di materiale fuso di 200-300 metri, le esplosioni si distanziano di pochi secondi ed i boati vengono amplificati dalla cassa di risonanza della valle sottostante. Subito sotto il cratere, una cascata di lava si può vedere scorrere ad occhio nudo, mentre i brandelli rotolano sui fianchi del cono rendendolo ancora più ripido. Un paio d'ore di spettacolo puro, poi le nuvole tornano come tende su un incandescente palcoscenico, e ci viene precluso lo scenario eruttivo. Il tempo è in peggioramento ed una leggera ma continua pioggia rumoreggia tra i faggi sottostanti. L'umidità forma un filtro e si appannano i contorni della valle illuminata di color vermiglio. Si deve adesso affrontare la discesa ed il ritorno in strada, per nulla facile a causa del vento fortissimo che ci spinge frontalmente, impedendoci quasi di respirare. Una sensazione molto sgradevole, mi affretto verso il bosco per impedire al vento di sbattermi sulla faccia, poi finalmente arriva la barriera naturale delle fronde arboree e posso respirare più tranquillamente. Infine una critica pesante come sempre devo farla contro chi ho visto salire verso quella meta, con l'incoscenza di chi non sa a cosa sta andando incontro. In contrapposizione ai pochi ben attrezzati, la maggior parte non avevano il minimo necessario per le alte quote, tre persone in particolare: due ragazze vestite in pieno stile sabato sera al centro si dividevano una giacca di pelle, il ragazzo che le accompagnava ha voluto fare lo spavaldo indossando soltanto una camicia smanicata. Avrei voluto vedere la loro faccia all'uscita dal bosco, quando il vento avrebbe cominciato a spingere davvero forte. Non si può continuare a vedere l'Etna come una collinetta, come una campagna nei dintorni di una città. E' una montagna immensa, che raggiunge un altezza che non ha nulla da invidiare alle Alpi o ad altri apparati montuosi in cui è facile morire. Inoltre è un vulcano, cosa non da tutti ben capita. Permettetemi lo sfogo che ormai da anni cerco di fare ogni volta io ne abbia la possibilità. In merito ai divieti che sempre più spesso vengono imposti sul nostro vulcano, ben lontano dal trovarsi di libera fruizione, se la prefettura crea divieti, impedisce risalite, chiude interi versanti... la colpa è anche di questi idioti.
16 giugno 2014
ETNA - SICILIA - ITALIA
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Antonio De Luca
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Etna - Episodio eruttivo Cratere di Sudest (16/06/2014)
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