Duomo di Monza, Basilica di San Giovanni Battista
Concerto di 8 campane in La2 (Bartolomeo Bozzi 1741)
Distesa del campanone per l'Angelus; suonate a festa e plenum per il Pontificale nella festa patronale della Natività di san Giovanni Battista
La prima chiesa fu fatta costruire nel 595 dalla regina Teodolinda come cappella palatina del palazzo reale di Monza, residenza estiva della corte longobarda. La nuova basilica venne dotata di molti ornamenti d'oro e d'argento e fu scelta per il battesimo dell’erede al trono Adaloaldo, figlio di Teodolinda e Agilulfo. San Gregorio Magno colse l’occasione per benedire il progetto politico di Teodolinda, la quale mirava alla conversione dei Longobardi dall'eresia ariana al cattolicesimo. Alla sua morte, avvenuta nel 627, Teodolinda fu sepolta all'interno della basilica e divenne da subito meta di grande devozione, culminata con la traslazione dei suoi resti in un sarcofago nel 1308. La basilica fu riedificata a partire dal 1300, quando l'arciprete Avvocato degli Avvocati pose la prima pietra del nuovo tempio in concomitanza con l’apertura del primo Giubileo della storia della cristianità. La costruzione venne affidata nella sua fase più importante a Matteo da Campione, noto esponente di questa famiglia di abili costruttori provenienti dalla zona dei laghi. Matteo fu personalmente scelto dai Visconti per realizzare questa grande basilica per le incoronazioni imperiali, secondo la tradizione germanica delle tre corone: quella d'argento ad Aquisgrana, quella d'oro a Roma e quella di ferro a Monza. Le due cappelle gemelle ai lati dell'abside maggiore furono decorate rispettivamente tra il 1417 e il 1418, quella di destra, e tra il 1444 e il 1446, quella di sinistra dedicata a Teodolinda, capolavoro della famiglia Zavattari ancora oggi visitata da moltissimi pellegrini e turisti per via dei meravigliosi affreschi tardogotici. In questa cappella è conservata la celeberrima Corona Ferrea, che contiene uno dei chiodi con cui fu crocifisso Gesù Cristo, usata nei secoli per l'incoronazione dei Re d'Italia e degli imperatori. Il Duomo di Monza era amministrativamente autonomo rispetto alla diocesi di Milano; l’arciprete stesso aveva parte dei poteri propri del vescovo, tanto che si parlava di Curia di Monza, e le celebrazioni erano officiate secondo l'antico rito patriarchino, abolito durante il Concilio di Trento. La situazione fu sanata da san Carlo Borromeo, che non riuscì tuttavia a imporre il rito ambrosiano per via della forte opposizione dei monzesi. Con la seconda metà del XVI secolo si assistette a una profonda rielaborazione della zona absidale, con lo sfondamento del muro di fondo e la costruzione di un vasto presbiterio in linea con l’architettura originale tardogotica. La prima pietra della nuova torre campanaria venne posata il 23 maggio 1592 e la sua edificazione durò fino al 1606, anno in cui raggiunse gli attuali ottanta metri di altezza. Per la sua costruzione furono impiegati i mattoni rossi di Oreno e alla sua sommità vennero collocate cinque campane, benedette il 18 settembre 1628 dall'arcivescovo Federico Borromeo. Nel 1644 fu conclusa la volta della navata centrale, mentre nel 1681 la cappella ottagonale venne adibita a museo per ospitare il tesoro. Nei primi del Settecento crebbe la venerazione attorno al Santo Chiodo e con essa le entrate, che furono tali da spingere la fabbriceria a completare l'edificio, trasformandolo in un'antologia della pittura tardobarocca. I bronzi del Seicento furono irrimediabilmente distrutti nel 1740 da un devastante incendio, per poi essere sostituiti nel 1741 con un nuovo concerto di otto campane, considerate tra le più belle d’Italia, per un peso totale di 11137 kg. Il nuovo altare maggiore di Andrea Appiani fu posato nel 1798, mentre nel 1808 Carlo Amati realizzò il nuovo pulpito. I due terzi del tesoro vennero consegnati alla zecca di Milano durante il regno di Napoleone, con lo scopo di essere impiegati per pagare le spese militari. Con la caduta dell’imperatore nel 1815, i monzesi chiesero la restituzione di tutti i tesori barbaramente trafugati. A fine Ottocento iniziarono i lavori di restauro della cappella di Teodolinda e della facciata, trasformata radicalmente con la sostituzione dei filari di marmo nero di Varenna con il serpentino verde d'Oira. Il 5 ottobre 2014 l'arcivescovo Angelo Scola ha consacrato il nuovo altare, in cui è stato inserito l'antico paliotto in legno dorato di Borgino dal Pozzo. Le campane della torre suonano a slancio, una rarità per la diocesi di Milano dove nacque ed è prevalentemente diffuso il sistema ambrosiano. La basilica ospita anche due organi a canne di recente fabbricazione, inseriti in pregevoli casse rinascimentali.
Un ringraziamento all'arciprete mons. Silvano e al sacrestano Ademar.
0:00 Campanone
4:48 Carillon
9:53 Plenum
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Le campane del Duomo di Monza - San Giovanni 2024
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