Gaetano Donizetti - LA FILLE DU REGIMENT. opéra-comique in 2 atti su libretto di J. A. Bayard e J. V. de Saint-Georges. I rappr.; Parigi, 11 febbraio 1840
Live, Parma, T. Ducale, 16.2.1984
personaggi:
Marie, giovane vivandiera (soprano) JUNE ANDERSON
Tonio, giovane tirolese (tenore) ALFREDO KRAUS
Sulpice, sergente, (basso buffo) ROBERTO COVIELLO
La Marquise de Berkenfield, finta zia e madre di Marie (mezzosoprano) ROSA LAGHEZZA
Hortensius, intendente della marchesa (basso) GIANCARLO TOSI
Un Caporal (tenore) BRUNO GRELLA
Un paesano / Un notaio / Soldati francesi, paesani tirolesi, signori e dame bavaresi, valletti (coro)
Orchestra dell’Emilia Romagna, dir. ANGELO CAMPORI
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Avevo visto per la prima volta quest'opera deliziosa, allegra, divertente e piena di bellissime musiche che si susseguono senza sosta, nel 1975 alla Fenice di Venezia. Anche allora protagonista maschile era Alfredo Kraus, che solo allora, nonostante già si avviasse alla cinquantina, iniziava a diventare veramente famoso. A Parma, a nove anni di distanza, quando la cinquantina l’aveva passata da un pezzo, il tenore canario non aveva perso quasi nulla delle doti mostrate nell’edizione veneziana, allora in lingua italiana. Inutile soffermarsi a magnificare le doti di questo cantante: basti solo ascoltare l’accorata aria “Pour me rapprocher de Marie” o il finale d’opera quando tiene un infinito acuto rivaleggiando con la Anderson, per capire che di fuoriclasse così non ne nascono molti a ogni secolo. A Venezia affiancavano Kraus una sorprendente Mirella Freni, a suo agio in una parte comica come difficilmente ci si sarebbe potuti aspettare, e un godibile Wladimiro Ganzarolli. In questa edizione parmense c’erano invece una Anderson in gran forma e meno inerte di altre volte nel fraseggio, e Roberto Coviello, un Sulpice divertente quanto basta. Di gran pregio la direzione di Angelo Campori, e ottime le parti di fianco. Cosa volere di più? Magari regia, scene e costumi di pregio e rispettosi dell’opera: e qui c’era tutto quanto si poteva desiderare anche dal lato visivo. Insomma, se la perfezione non è di questo mondo, quel pomeriggio a Parma ebbi l'impressione che ci si andasse molto vicino.
(Lele del Gatto)
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