Il trapianto delle barbatelle deve essere eseguito preferibilmente con terreno in tempera, in modo che le particelle del terreno possano aderire alla radice e consentire un germogliamento ottimale.
La profondità di interramento della barbatella deve essere scelta in funzione delle caratteristiche del terreno e dell’epoca di trapianto.
Nei terreni pesanti, ricchi di argilla e soggetti a ristagno è bene che la radice rimanga più in superficie, lasciando sporgere la barbatella di circa 10 cm al di fuori nel terreno.
Nei terreni più sciolti e siccitosi deve essere preferito un interramento più profondo.
Nei trapianti precoci, soprattutto in terreni freddi e asfittici il trapianto deve essere superficiale. In quelli tardivi, soprattutto in ambienti con primavere a decorso siccitoso, è bene portare la radice in profondità, portandola a contatto con gli orizzonti più umidi.
Si deve sempre mantenere il punto d’innesto al di sopra del livello del terreno, per evitare l’affrancamento, ovvero l’emissione di radici dalla porzione di vite europea della barbatella.
Si deve inoltre considerare che il terreno lavorato per il trapianto tende ad assestarsi, aumentando la porzione fuori terra.
Riccardo Castaldi
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