Il tar respinge il maxi-ricorso dei medici no vax, che avevo fatto appello al tribunale amministrativo lombardo contro l’obbligo vaccinale, imposto con decreto dal primo di aprile del 2021.
Per i giudici infatti il ricorso presentato da centinaia di medici in tutta la regione, 155 solo nella città di Milano, l’obbligo vaccinale per i sanitari non costituisce una violazione dei diritti costituzionali sulla libertà di scelta dei trattamenti sanitari, poiché chi ha dovuto sottoporsi al vaccino lo ha fatto per il bene della collettività e quindi per la tutela della salute pubblica.
“L’esigenza di affrontare l’emergenza sanitaria e di contenerla nonché la necessità di consentire a tutti gli individui l’accesso alle cure sanitarie in condizioni di sicurezza - Si legge infatti nella sentenza - giustificano il temporaneo sacrificio dell’autonomia decisionale degli esercenti le professioni sanitarie, in ordine alla somministrazione del vaccino”.
Una sentenza che ha così chiuso per il momento la battaglia legale dei medici no vax, mettendo nero su bianco alcuni principi che potranno valere anche per il futuro,
Da un lato il fatto che il personale sanitario, essendo in contatto diretto con il paziente, è investito di una posizione di garanzia per l’incolumità fisica dello stesso, la quale è idonea a giustificare l’imposizione dell’obbligo vaccinale.
Dall’altro il discorso sulla libertà di scienza, evocata come scusante dai medici non vaccinati, che invece, secondo i giudici del tar non è un diritto a cui appellarci per tutelare il rispetto di una personale opinione scientifica del destinatario della cura, anche se lo stesso è portatore di conoscenze scientifiche.
Ora molto probabilmente i medici non vax presenteranno appello contro al decisione del Tar, portando così la battaglia davanti al consiglio di stato.
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