Consapevolezza di sè: chi sei davvero?

Chi sono io davvero?
Quando noi ci chiediamo e diciamo chi siamo, ci riferiamo solitamente alla nostra parte consapevole e contestualmente al nostro se ideale, cioè a chi pensiamo di essere.
Quando poi facciamo un’esperienza, l’esperienza ci rivela maggiormente il nostro inconscio, ciò di cui non siamo consapevoli. E abbiamo reazioni.
Perché reagiamo? Perché l’immagine che noi abbiamo di noi stessi, non sempre coincide poi con le nostre reazioni. E quindi proviamo in qualche modo a compensare, razionalizzando, per attutire la nostra sofferenza emotiva.
Crescere vuol dire imparare a guardarsi con onestà, a vedere che non siamo solo ciò che pensiamo di essere ma che abbiamo anche parti inconsce, che sono molto più potenti e ingombranti di ciò che di noi stessi consociamo. Siamo tutto l’intero.
Che fare? Possiamo portare a consapevolezza tutte le parti attraverso le esperienze che viviamo e in questo modo possiamo conoscere chi siamo. Prendere ciò che ci capita per comprendere chi siamo. Accrescere consapevolezza. Portare a coscienza nuovi spazi interni. Per farlo ci vuole voglia di farlo e coraggio, cioè agire nonostante la paura.
Quando scopriamo le nuove parti del nostro inconscio, stiamo attenti però al tentativo della mente di ridimensionare per controllare, pensando di soffrire meno. Se vediamo le nostre parti per quelle che sono, senza cadere nelle giustificazioni, le possiamo gestire. Se lo facciamo aumenta il nostro benessere.
E ricordiamo che, in ogni esperienza se o mi assolvo o mi condanno sono nel giudizio.
Sospendiamo il giudizio e cresciamo facendo esperienze.
Antonio

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