Riale, alta Val Formazza, la frazione più a nord del Piemonte, un paio di chilometri oltre la cascata del Toce. Si lascia l' auto nel parcheggio sotto la diga del lago Morasco 1740m e in dieci minuti scarsi si sale al bacino. Si percorre la sponda destra del lago, spalle alla diga, per quindici minuti fino alla partenza dei sentieri. Ero stato qui qualche anno fa per fare il giro dei rifugi e mi era rimasta l'idea di fare questo percorso al Gries. Si segue l'indicazione per l'Alpe Bettelmatt e il Rifugio Città di Busto. Subito si incontra un nevaio compatto da attraversare e quindi si inizia a salire per sentiero fino a scollinare nella piana del Bettelmatt. Numerosi i rigagnoli più o meno ampi e tantissime le amiche marmotte. Alla fine della piana prima di attraversare un discreto nevaio, alzando gli occhi a sinistra si vede il rifugio Città di Busto; lo si vedrà poi meglio in quota dalla parte opposta della valle. Si sale sulla destra sul sentiero abbastanza ripido e segnato da nevai e conseguenti cascate. Prima del passo di Gries si perviene al primo cippo di confine, ad una iscrizione a ricordo del compositore Wagner e ad una croce; appena sotto un laghetto e il bivacco cappella Gries 2450m che dall'alto domina la vallata. Il rifugio è intitolato a tre ragazzi periti durante un'escursione. Firmo il libro del bivacco e risalgo la cresta morenica verso la Punta dei Camosci ( da fare prossimamente) per vedere il ghiacciaio di Gries e il lago. Forte vento sulla cresta tanto che mi fermo a mangiare al riparo di una piccola trincea in pietra. Le pale eoliche sopra la diga del lago si vedono girare senza pausa. Ritorno al passo Gries e inizio la traversata svizzera alla Capanna del Corno Gries. Un 'ora e mezza salendo e scendendo per nevai, incontrando nuovi laghi in disgelo. La valle dei Corni è la più fredda e ventosa del Canton Ticino e a giudicare dalla tanta neve ancora presente è proprio vero. Arrivato alla Capanna Corno Gries 2338m si vede la val Bedretto in Svizzera e la strada carrozzabile che sale al passo della Novena. Crostata di albicocca per merenda. L' idea era quella di rientrare in Italia con un percorso ad anello che mi avrebbe riportato a Riale dal rifugio Maria Luisa, ma la salita al passo di San Giacomo è ancora sconsigliata dai gestori del rifugio per la presenza di nevai strapiombanti. Dal passo poi si scendeva per comoda strada sterrata vedendo due laghi; sinceramente è più bello salirci in inverno con le ciaspole da Riale fermandosi a mangiare al rifugio Maria Luisa. Comunque è ora di ripercorrere a ritroso la via dell'andata che, anche se lunga non stanca, in quanto sono proprio bei paesaggi. Mi fermo al bivacco per godermi la solitudine e la compagnia della montagna. La discesa poi è un continuo incontro di cascatelle e torrentelli, alcuni dei quali vanno proprio attraversati al polpaccio. Ritornato al lago Morasco sono trascorse già nove ore dalla partenza ma si deve assolutamente fare il giro del lago per sbucare alla fine, dopo un'altra ora, sopra la diga. In solitaria. Ciao DONA. 30 Giugno 2018.
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