A partire dalle note introduttive del volume a loro dedicato, pubblicato a partire da uno studio di Angelo Sacchetti Sassetti, il vescovo Domenico ha riconosciuto nelle chiese di Rieti un modo particolare di leggere la pianta e l’orientamento della stessa città. «Le chiese sono costruite non solo per la Chiesa, ma anche per costruire la Città» ha detto mons Pompili introducendo la presentazione del libro pubblicato in collaborazione da Fondazione Varrone ed Electa. «Oggi – ha aggiunto – questa prospettiva d’insieme è venuta meno, così come si è lasciato spazio alla frammentarietà priva di disegno».
Don Domenico ha poi aggiunto «una indicazione ancora più necessaria»: Rieti, infatti, «ha il pregio di essere una Città che ha preservato nella sua parte antica una linearità che dobbiamo liberare da tutto quello che ne appesantisce stile e volumi. Un esempio fra tutti: la chiesa di san Francesco che ha perso la sua forma immersa nel caseggiato. Le chiese sono spazi pubblici che aprono verso un’altra dimensione e riscattano l’ambiente cittadino dalla pura funzionalità. In passato erano perfino spazi in cui chiedere asilo politico essendo sottratte alla giurisdizione statale. Le chiese sono opere d’arte che racchiudono un diverso rapporto tra il tempo sacro e quello profano».
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