Premettendo l'entusiasmo rivolto agli inquilini delle case Ater di via Adamoli che da ieri possono scendere liberamente in strada senza attraversare più la giungla di ingombranti da smaltire, il consigliere di opposizione Franco Fracassa solleva dubbi sull'operato del neo assessore Graziella Cordone, che sembrerebbe essersi fatta carico di un'iniziativa che sarà difficile poi imputare sul bilancio dell'ente comunale. Così come sembra difficile che possa chiedere i soldi indietro all'Ater, avendo agito prima del decorso dei termini dell'ordinanza sindacale che intimava all'azienda stessa di adempiere con lo smaltimento, in risoluzione di una situazione peraltro non determinata dall'Ater. L'ordinanza infatti, notificata all'Ater il 10 giugno, prevede 5 giorni per la rimozione dei rifiuti, 45 giorni per la "relazione di riscontro degli adempimenti" e infine 60 giorni per il ricorso al TAR o addirittura 120 per il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. L'azione da parte del comune prima dello scadere dei termini, per il consigliere Fracassa fa venire meno l'oggetto dell'ordinanza che quindi «il sindaco dovrebbe revocare».
«Con l'intervento maldestro del nuovo assessore quella ordinanza ora è un problema», ha dichiarato Fracassa. «Non sono stati rispettati i termini concessi all'Ater sia per adempiere che per eventualmente ricorrere. Oltre al fatto che i termini in sé sono strani: 5 giorni per adempiere non li ho visti neanche durante la pandemia. È questo il senso della leale collaborazione tra gli enti? Poi però 45 giorni per relazionare.
Mi chiedo in tutto ciò se la De Sanctis o Di Bonaventura avrebbero commesso un errore come questo. Forse i nuovi giocatori non sono all'altezza dei precedenti. Io vorrò dalla TeAm la fattura per il servizio, vorrò capire quanto abbiamo speso e soprattutto chi pagherà. La Cordone infatti non potrà richiedere i soldi all'Ater, quindi la invito ad accollarsi questa spesa che lei stessa ha generato, insieme alla pessima figura fatta con l'Ater e con la città, visto che il servizio viene pagato impropriamente dal comune con denaro pubblico. Sembra che abbia voglia di apparire sui giornali per far vedere subito che fa qualcosa. Io al posto dell'Ater adirei intanto il Prefetto nella speranza che consigli al sindaco di revocare questa ordinanza».
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