Elio Germano fa suo Ligabue, il suo genio, il suo tormento, la sua profonda sofferenza interiore.
★★★★ ASSOLUTAMENTE SÌ ★★★★
Recensione di Giancarlo Zappoli, legge Matteo Berardinelli.
Antonio è figlio di emigranti. Dopo la morte della madre e varie vicissitudini, viene mandato a Gualtieri in Emilia, dove vive in estrema povertà, fino a quando lo scultore Mazzacurati lo indirizza allo sviluppo delle sue naturali doti di pittore.
Elio Germano ha saputo fare suo Ligabue, offrendo un ritratto di profonda sofferenza interiore. A partire da quel corpo che si nasconde sotto una corazza da cui fuoriesce uno sguardo diviso tra paura e curiosità, Diritti racconta una vita dolorosa, che dà luogo a un'arte dalla potente vivacità cromatica. Uno strumento per sfuggire alle sofferenze di una vita marchiata da disturbi mentali e derisione.
Il regista non giudica ma neppure assolve i tanti che, per ignoranza o insensibilità, mettevano alla berlina il matto e ne disprezzavano l'opera. Così come sa inquadrare con tenerezza i pochi che seppero comprenderne il tormento, ma anche la grandezza.
Regia di Giorgio Diritti. Un film con Elio Germano, Oliver Ewy, Leonardo Carrozzo, Pietro Traldi, Orietta Notari, Andrea Gherpelli. Genere Biografico - Italia, 2020, durata 120 minuti. Uscita cinema mercoledì 4 marzo 2020 distribuito da 01 Distribution.
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