Depistaggio via d'Amelio, Arcangioli e l’autodifesa dei ''mi sembra'' -
20 giugno 2019
Se paragonata alle udienze fiume più recenti, con l'audizione del falso pentito della Guadagna Vincenzo Scarantino, quella di ieri è stata una delle più rapide dell'intero dibattimento. Fatto anomalo se si considera che a salire sul banco dei testimoni è stato il colonnello dei carabinieri Giovanni Arcangioli, in passato finito sotto indagine per il furto dell'agenda rossa del procuratore aggiunto Paolo Borsellino (forse l’atto più grave di tutto il depistaggio di via d'Amelio) poi assolto per "non aver commesso il fatto", nonostante le famose immagini in cui viene ritratto con in mano la borsa del giudice e le continue testimonianze costellate più di dubbi che di certezze.
Un esame che è proceduto in maniera spedita anche perché su accordo delle parti si è provveduto ad acquisire tutti i verbali dello stesso militare (da quello del 5 maggio 2005 all'ultimo all'udienza del Borsellino quater datato 14 maggio 2013). Non sono state dunque molte le domande del procuratore aggiunto Gabriele Paci anche perché lo stesso Arcangioli ha dal primo momento dichiarato che rispetto a quanto riferito l'ultima volta "i ricordi sono sempre quelli". Tuttavia l'ufficiale dei carabinieri ha voluto cogliere l'occasione per togliersi qualche "sassolino dalle scarpe" per allontanare il più possibile ogni sospetto sulla sua figura. "C'è una cosa che mi dà un fastidio quasi epidermico - ha detto dopo aver chiesto di non essere ripreso o fotografato - C'è un video della Rai, a mia disposizione di quella giornata, dove si vede nei primi fotogrammi che mi dirigo verso Autonomia della Regione Siciliana. Andando a vederlo oltre, anziché i primi due minuti, c'è la telecamera che riprende da via d'Amelio e la situazione è assolutamente diversa da quello che sembra nei primi secondi. Ci sono tracce abbondanti di acqua usata per spegnere gli incendi, una persona anziana che viene dalla zona dell'esplosione. I vigili del fuoco che non corrono. Insomma una situazione drammatica ma non critica come poteva sembrare nei primi fotogrammi. E questo è un momento tutto attaccato. E quando sono ritratto in quelle immagini non è il momento subito dopo l'esplosione. A un certo punto c'è un signore con la maglietta verde che passa dal luogo e io lo riconosco nel mio Comandante del nucleo, Menicucci, che passava di lì. Ritengo che vedendolo passare sono andato dietro di lui per dirgli che mi era stata data la borsa. Presidente è un 'probabilmente' perché io non ho nella mente il ricordo ma è il video che mi riporta alla ricostruzione. Che fosse Menicucci l'ho apprezzato successivamente in altri frame del filmato".
Così Arcangioli sembra voler spostare più avanti nel tempo quelle operazioni che l'hanno visto protagonista dopo la strage. Eppure il dato certo è che la foto che lo ritrae con la valigetta di Borsellino è stata scattata tra le 17,20 e le 17,30 del 19 luglio 1992. [[ Ссылка ]]
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