È tristemente noto per diverse vicende di cronaca e per le grida di aiuto del vicinato il Palazzo di Ferro di Palermo: l’enorme nucleo abitativo sito al civico 56 di via Brigata Aosta è stato scenario, stavolta, di una maxi operazione antidroga che ha smantellato una delle piazze di spaccio più vivaci della città.
Nelle prime ore del mattino, nell’ambito dell’indagine convenzionalmente denominata “Pellicano”, la Compagnia CC di Palermo San Lorenzo ha fatto irruzione nel palazzo.
Il risultato è stata l’esecuzione di un’ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dai GIP presso il Tribunale ordinario e per i minorenni, su richiesta delle locali Procura, nei confronti di 8 soggetti, tra i quali tre minori.
Gli uomini e i ragazzi in questione sono stati ritenuti responsabili, a vario titolo di “spaccio di sostanze stupefacenti, evasione e violazione degli obblighi della sorveglianza speciale”.
La misura restrittiva è la conseguenza di un indagine avviata nel gennaio 2018 dai Carabinieri della Stazione Falde, sviluppata dal costante monitoraggio del Palazzo di Ferro.
Il luogo, noto perché interessato in un recente passato da cruenti episodi di violenza sfociati in aggressioni e sparatorie, è stato attentamente monitorato. Le indagini hanno permesso di ricostruire dettagliatamente l’attività illecita realizzata dagli indagati.
Le forze dell’ordine hanno delineato ruoli e funzioni dei componenti e hanno confermato la presenza di una piazza di spaccio avente ad oggetto sostanze stupefacenti del tipo crack, cocaina ed hashish.
La cessione di droga aveva normalmente inizio con il transito in via Brigata Aosta dei potenziali acquirenti, i quali venivano invitati a stazionare nella zona adiacente al palazzo sito al numero 56, al fine di verificare l’assenza di controlli delle forze dell’ordine.
Seguivano quindi due pratiche, alternative tra loro: o i soggetti si spostavano nell’androne, oppure la cessione veniva effettuata in strada, anche attraverso l’occultamento della sostanza stupefacente nella bocca del “pusher”, poi sputata al momento della consegna.
Le operazioni vedevano coinvolti, oltre gli acquirenti, anche più indagati in maniera sinergica, compresi i tre minori: due sorvegliavano la zona, l’altro si occupava della consegna vera e propria della sostanza stupefacente e dell’incasso della somma, pattuita con l’acquirente.
Per nascondere le sostanze, prevalentemente crack, ma anche cocaina e hashish, venivano destinati i vari contatori Enel posti all’interno dell’androne del Palazzo di Ferro, ma anche le tasche esterne della bicicletta utilizzata dai pusher oppure quelle degli indumenti indossati.
A rendere lo scenario quanto più grave, è l’aver monitorato innumerevoli cessioni effettuate in presenza dei bambini che, all’oscuro dell’illecita compravendita, osservavano la dose di crack, venduta al prezzo di 10 euro. Non meno grave, il fatto che la piazza di spaccio sorgesse a poche centinaia di metri da scuole frequentate da giovanissimi studenti e dal S.E.R.T.
Sono ben 694 le cessioni documentate durate l’attività d’indagine, 21 le persone segnalate alla Prefettura quali assuntori di sostanze stupefacenti. L’operazione ha concesso di eliminare, per la prima volta a Palermo, una zona del commercio destinata al crack.
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