Milano (askanews) - "Non hai avuto l'impressione, anche solo guardando la televisione, che questo patriottardismo volgare sull'Expo mentre c'era la tomba liquida del Mediterraneo, fosse come sghignazzare a un funerale?" C'era anche Oreste Scalzone, rientrato da una decina d'anni in Italia dopo aver vissuto a Parigi per sfuggire ad una lunga condanna per associazione sovversiva e banda armata, al corteo no Expo del 1 maggio a Milano. Intervistato da Askanews prima delle violenze dei black bloc, l'intellettuale 68enne che fu tra i fondatori di Potere Operaio, critica l'Esposizione Universale ma spera in un finale della manifestazione diverso da quello prospettato dai media e poi accaduto.
"Pensa a quanta sofferenza c'é in un Expo solo - ha proseguito Scalzone - quindi vale la pena di fare i guastafeste. Non mi piace l'argomento 'se rompiano un vetro ci facciamo criminalizzare', perché agli occhi del poliziotto razzista americano, il nero è considerato criminale per il solo fatto di esistere". "Dico solo - ha concluso - che forse conviene fare di questi momenti un laboratorio sociale, ed è un po' bizzarro che diventino una specie di show room delle forme di lotta dura su appuntamento, in cui sembra un po' che siamo anche noi una parte in commedia nella compagnia di giro".
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