L'autodromo di Morano sul Po, noto anche con il nome di pista di Casale Monferrato per via della sua collocazione nei pressi dell'omonima città del Monferrato,[1] è un circuito automobilistico ormai abbandonato situato tra i comuni di Morano sul Po, Coniolo e Pontestura.
Dopo i dovuti lavori di progettazione e costruzione dell'impianto sportivo realizzati sul finire degli anni 60 del XX secolo, l'apertura ufficiale del circuito avvenne il 19 marzo 1973: in occasione dell'evento il pilota di Formula 1 Arturo Merzario, alla guida di una Ferrari 312 B2, fece segnare il tempo record di 1'01"100 a una velocità media di 144,950 km/h.Nei primi anni di attività, sul circuito di Morano furono disputati gran premi validi per la stagione di Formula 3 italiana e la Challenge Ford Escort Mexico, inoltre vi corsero altre formule minori dei campionati italiani. In virtù del trovarsi nella zona settentrionale del Piemonte, al suo interno vi furono disputati alcuni campionati motoristici della Svizzera (le competizioni sul suolo elvetico erano state bandite nel 1955).
Nel 1974, un anno dopo l'inaugurazione, vi si svolse la miglior stagione della storia del circuito Monferrino, dove affluirono quasi 100.000 spettatori che assistettero a 17 gare di varie categorie.[1][2] Questo evento fece da sfondo per un possibile ampliamento dell'autodromo di circa 4 km volto a ospitare gare di maggior rilievo agonistico, ma a causa di altalenanti vicende burocratiche, questo progetto non vide mai la luce.
Il circuito è noto per aver ospitato alcuni piloti di fama mondiale come Nelson Piquet, Riccardo Patrese, Lella Lombardi e Vittorio Brambilla.
primi problemi iniziarono già nel 1975 a causa di forti lamentele della popolazione locale infastidita dai rumori molesti provenienti dal circuito. Nonostante ciò, le attività dell'autodromo continuarono,e quasi un anno dopo i proprietari si resero conto che l'afflusso degli spettatori era quasi dimezzato se paragonato a quello presente due anni prima. Questa concomitanza di fattori, causata sia dalla scarsa presenza degli astanti che dalle denunce sempre più persistenti, mise in ginocchio la dirigenza della pista, che fu costretta a chiudere i battenti nel 1977.
Il 18 agosto dello stesso anno, una ruspa fece irruzione sulla pista demolendo circa 500 metri di asfalto: in questo modo si cercò di impedire una possibile riapertura dell'autodromo e, in secondo luogo, quest'azione fu resa necessaria per scoraggiare l'utilizzo del tracciato per corse clandestine.[senza fonte]
Nel 1980 il circuito fu nuovamente asfaltato in previsione di un'ulteriore riapertura programmata per l'anno successivo; venne inoltre aperto un ristorante. A causa della scarsità dei fondi, tuttavia, l'intero progetto andò in fumo.
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Da allora il circuito versa in condizioni di completo abbandono, con gran parte del manto stradale invasa dalla vegetazione; l'unico modo per accedervi è tramite una strada asfaltata, anch'essa in pessime condizioni
ESPLORIAMO UN AUTODROMO ABBANDONATO CON IL DJI MINI 2
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