Sono passati ormai 5 anni, ma sono ancora incise nella memoria le immagini di quell'enorme natante riverso sulle acque dell'isola del Giglio. Era, infatti, il 13 gennaio del 2012, quando la nave da Crociera Costa Concordia, proveniente da Citavecchia, attorno alle 22, andò alla deriva dopo una manovra azzardata davanti alla costa dell'Isola del Giglio. Secondo le ricostruzioni, la nave si avvicinò di circa 518 metri alla costa, il comandate Francesco Schettino diede l’ordine di allontanarsi e virare, ma la Costa Concordia colpì ad una velocità di circa 16 nodi (circa 30 km/h) uno sperone roccioso del basso fondale di fronte Punta Gabbianara, a nord di Giglio Porto. La nave venne squarciata sul lato sinistro, iniziando a imbarcare acqua. Un naufragio nel quale persero la vita 32 persone, tra passeggeri ed equipaggio. “Anche allora, esattamente 5 anni fa, era un venerdì. Tra le vittime due riminesi: Williams Arlotti, 36 anni, e la figlia Dayana, 5 anni". Ricorda il sindaco di Rimini Andrea Gnassi in una nota. "Proprio la tragedia della bimba, la più piccola a perire nel naufragio, commosse il mondo. Un angelo e il suo papà per i quali, in quel 2012, Rimini, scossa e commossa, decretò il lutto cittadino durante le esequie funebri che si svolsero nella Basilica cattedrale", e aggiunge "In quegli stessi giorni riconoscemmo in Municipio l’eroismo dello studente misanese Omar Brolli che si distinse nel naufragio della Concordia mettendo in salvo tre anziani, oltre alla nonna disabile." Del recupero del natante fu incaricata Titan Salvage, una società statunitense specializzata nel settore, che, assieme all'italiana Micoperi, ha gestito la rimessa in assetto e galleggiamento del relitto per poi rimuoverlo.
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