Parliamo di colore con Mario Trimarchi, architetto e designer e vincitore del XXIV Compasso d’Oro. “Quando ragiono su come terminare un progetto penso sempre che il colore se lo è già fatto lui da solo. Il colore è destino e non sovrastruttura di intelligenza progettata calata secondo uno stile, un’epoca o i gusti.”
Il colore è delle cose, poi ci sono i concetti.
"Quando compri un veicolo è perfetto, quindi può solo peggiorare. Noi viviamo in una società che si è inventata questo concetto che è un concetto atroce. Mentre i materiali dell’architettura hanno una loro vita che è indipendente, tutti i materiali che hanno a che fare con motociclette, automobili e anche biciclette e monopattini possono soltanto peggiorare. Se tu disegni una moto di rame tu godi del passare del tempo su di essa ed equipari per la prima volta un oggetto di design che si muove alla bellezza e alla nobiltà del tetto di una casa che invecchia nello stesso modo. Quindi se fai un corto circuito fra i tempi del prodotto industriale e i tempi della architettura tu vedi che ricomponi un’armonia urbana che normalmente non c’è".

Talking about color with Mario Trimarchi, architect and designer, and also winner of the XXIV Compasso d’Oro award. “When I reflect about how to end a project I always think that color already did that for itselft. Color is destiny, it’s not a superstructure of a designed intelligence declined according to a style, an era or tastes.
Color belongs to things, then there are concepts.
"When you buy a vehicle it’s perfect, so it can only get worse. We live in a society that came up with this concept, which is a horrible concept. While the materials of architecture have their own life, that is indipendent, all the materials that have to do with motorcycles, cars, and also bikes and kick scooters, can only get worse. If you design a copper motorcycle you enjoy the passing of time on it and you compare for the first time a design object that moves/in motion to the beauty and nobility of the roof of a house that gets old in the same way. So if you make a short circuit between the times of the industrial product and those of architecture, you see that you put back together an urban harmony that normally isn’t there".

свернуть