G. F. SANCES (1600-1679)
"Lagrimosa beltà"
I Solisti Ambrosiani:
Tullia Pedersoli soprano
Davide Belosio violin
Enrico Barbagli harpsichord
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TESTO:
Lagrimosa beltà
Per cui già nott' e dí
Cotanto sospirai, come sei tu
Divenuta così?
Il barbaro chi fu,
Qual cor pien d'impietà
Potuto ha incrudelir contro di te?
Misero, ben lo so,
Né poi negarlo a sé,
Il tempo fù, l'età
Che tanto vale e può.
Inlanguidito ha'l sen,
Ha scolorito l'or del tuo bel crin.
Mirate donne, il fin,
Mirate che vien men
Ogni cosa mortal:
Col tempo arte non val,
Questo e colpo comun,
Schernir nol puote alcun;
La pioggia vien tal hor,
Dopo il seren, e dopo il lampo, il tuon.
Chi si mostrò crudel
Non merita perdon,
E l'esser infedel
A gl'amanti e di turca empio rigor
Aspetta col simil.
Rendete donne il cor,
Tutto pietoso e humil,
Imparate a lasciar quel fasto alter,
Raddolcite il pensier,
Il bello non risplende in costei più,
Né si può dir qui fu.
Dunque, chi bram' haver lunga beltà
Usi, usi pietà.
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