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CONTROINDICAZIONI ALL'IMPLANTOLOGIA
Ciao , oggi ti parlo delle controindicazioni all’implantologia.
Per quanto le terapie con impianti siano una procedura ormai sicura, conducibile nella maggior parte dei casi nello studio del dentista, ci sono alcuni casi in cui sottoporsi all’implantologia è controindicato.
Pazienti con seri problemi di salute generali possono non essere idonei. Patologie cardiovascolari gravi, condizioni diabetiche di difficile controllo, stati di immunodeficienza rappresentano delle controindicazioni assolute.
Alcune condizioni mediche temporanee possono controindicare l’implantologia fino alla loro risoluzione: è il caso della gravidanza, di patologie cardiovascolari acute poi risolte (infarti ed ictus superati da oltre 6 mesi), periodi di anemia acuta, periodi in cui si è sotto terapia per problemi tumorali poi risolti, ecc.
Anche i farmaci assunti hanno la loro importanza: pazienti in terapia anticoagulante (per il rischio di sanguinamento), in terapia con bifosfonati (farmaci antitumorali o per l’osteoporosi che espongono a rischio di osteonecrosi), con chemioterapici o sottoposti a radioterapia, trattati con immunosoppressori, non possono essere sottoposti ad implantologia, a meno di attente ed approfondite valutazioni.
Siccome i farmaci anticoagulanti sono molto utilizzati, vale la pena spenderci due parole. Sono farmaci spesso salva vita, che però possono causare sanguinamenti non gestibili se si procede con la chirurgia senza conoscerne le caratteristiche e senza sapere come relazionarsi con i professionisti che hanno deciso di far assumere il farmaco al paziente. Farmaci come il coumadin devono essere interrotti, oppure la sua somministrazione deve essere ridotta per far scendere il valore di riferimento della capacità coagulativa del sangue (INR) sotto certi valori, o ancora sostituiti con eparina per qualche giorno. Altri farmaci introdotti negli ultimi anni sono invece più gestibili, in quanto basta sospendere la loro somministrazione nel giorno dell’intervento ed in quello successivo se si ravvisa la necessità, per non avere problemi di sanguinamento.
L’età non rappresenta una controindicazione, se non che non possono essere trattati pazienti troppo giovani, ancora in fase di crescita. Non c’è invece un limite superiore; sono fondamentali le condizioni mediche, non i dati anagrafici. Mi è capitato di riabilitare pazienti novantenni, che avevano uno stato di salute compatibile con l’intervento che dovevano subire, e non c’è stato nessun problema.



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Sono Marco Vinciguerra, titolare dello Studio Dentistico Vinciguerra dal 2001.
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