Antonia Pozzi, la donna e la poetessa.
"Il mio disordine. È in questo: che ogni cosa per me è una ferita attraverso cui la mia personalità vorrebbe sgorgare per donarsi. Ma donarsi è un atto di vita che implica una realtà effettiva al di là di noi: e invece ogni cosa che mi chiama ha realtà soltanto attraverso i miei occhi e, cercando di uscire da me, di risolvere in quella i miei limiti, me la trovo davanti diversa e ostile.”
Nata in una famiglia dell'alta borghesia nel febbraio del 1912, Antonia Pozzi già a 13 anni dimostra, nelle testimonianze del suo diario, una grande profondità emotiva e di pensiero, insieme ad una profonda malinconia. La sua breve vita è segnata da profondi eventi di turbamento e tensioni famigliari mai risolte.
Accanto alla sua produzione poetica è molto vasta anche quella fotografica. A questo riguardo, scrive all'amico Tullio Gadenz: "Io so che cosa vuol dire raccogliere negli occhi tutta l’anima e bere con quelli l’anima delle cose e le povere cose, torturate nel loro gigantesco silenzio, sentire mute sorelle al nostro dolore. ".
Quando Antonia Pozzi sceglie di morire assiderata il 2 dicembre del 1938, stendendosi sulla neve, stringe in mano una poesia sull'amicizia scritta da Vittorio Sereni.
Da "Coppie del Novecento in poesia", un canone italiano in 5 incontri.
► IV video dal 1° incontro del 4 aprile, dedicato a Vittorio Sereni e Antonia Pozzi.
Relatori: Bianca Venturini e Giuseppe Marchetti
Voci recitanti: Viviana Nicodemo e Giorgio Gallicani
Rassegna a cura di Maria Pia Quintavalla.
Dal 4 al 30 maggio 2018
Presso la Biblioteca Palatina,
Complesso monumentale della Pilotta.
“Coppie del Novecento in poesia” ha come principale obiettivo quello di riportare a Parma la lettura e l’ascolto della poesia novecentesca, dopo l’esperienza del Parma Teatro Festival, in una prospettiva di educazione alla poesia e di conoscenza di alcuni tra i maggiori poeti e poetesse italiani. La scommessa, forse più difficile, per la quale occorre grande capacità di fascinazione, è quella di rivolgersi non solo all’antico pubblico dei già affezionati, ma di avvicinare alla fruizione orale della poesia i più giovani.
Il percorso non è un semplice susseguirsi di autori, ma si tratta di coppie: a lato di ogni voce, si affaccia un’altra voce, che per le relazioni avute, in vita e in scrittura, ne è compagna di affinità, anche divergente, sempre coeva. Da questo gesto di accostamento deriva qualcosa che nulla toglie all’autonomia di autori e autrici, ma ne valorizza uno sguardo più ampio, obliquo, su vicinanze e influssi, in un’identità di scrittura che ammette sorellanze-fratellanze, come un cammino parallelo.
Un percorso che intende porre al contempo anche una grande questione culturale, prima che editoriale: le difficoltà di pubblicazione del testo poetico, le scarse o nulle ristampe presso i grandi editori che godono di maggiore diffusione. Tema quanto mai attuale, che concerne le possibilità effettive di circolazione della poesia.
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