Alla fine, più degli scontri tra manifestanti pro-Palestina e forze dell’ordine, a fare notizia sono state le parole. Nello specifico quelle di un carabiniere del terzo reggimento Lombardia, che per quanto affermato ora è stato anche raggiunto da un provvedimento disciplinare, con tanto di denuncia all'autorità giudiziaria.
Tutto si è svolto mentre gli animi della piazza si cominciavano a scaldare. Una signora avvolta in una kefiah rossa si rivolge al cordone dei carabinieri, schierati per impedire che potesse nascere un corteo non autorizzato, proprio nel Giorno della Memoria. La domanda è semplice e diretta: “Cos'ha detto il vostro presidente?". Un riferimento evidente alle parole di Sergio Mattarella, che si è espresso a sostegno di Israele, ma anche perché non sia negato il diritto dei palestinesi a un loro Stato.
Per tutta risposta, il carabiniere ha replicato: “Con tutto il rispetto, signora, non è il mio presidente. Non l’ho votato, non l’ho scelto, non lo riconosco". Le immagini del dialogo sono state acquisite dalla Procura e il comando generale dell'Arma ha reso noto che il militare in questione sarà trasferito in un incarico non operativo, mentre il procuratore di Milano, Marcello Viola, è stato informato dell'episodio. A carico del carabiniere si aprirà probabilmente un fascicolo d'indagine, forse con l'ipotesi di reato di offesa all'onore o al prestigio del Presidente della Repubblica.
Ma alle polemiche sulle parole del militare che non riconosce il Quirinale, la manifestazione di Sabato ha portato anche quella sulla presenza in piazza dell’assessore del municipio 1 Lorenzo Pacini, giudicata da molti inappropriata, dal momento che si trattava di un presidio non autorizzato dalla Questura.
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