Siamo abituati a vedere le carote arancioni: ma se ti dicessimo che un tempo erano viola? La loro storia ha a che fare con la politica, ma in che senso?
Le carote vengono dall’Afghanistan e arrivano in Europa già ai tempi delle prime civiltà. Fino all’ottocento le usiamo praticamente solo a scopo medicinale: troviamo carote gialle, nere, rosse, viola, tutte usate per curare le malattie delle persone. In alcuni casi funzionano, in altri no.
Con il califfato arabo in Spagna però le cose cambiano. La cucina europea deve tantissimo alle invasioni arabe: oltre a cassate e arancini ci hanno pure insegnato a mangiare le carote. Rapidamente questa coltivazione si diffonde in tutto il mondo ma nel 1500 le cose cambiano in Olanda.
Nei Paesi Bassi questo è un periodo tumultuoso: si ribellano alla dominazione spagnola, comincia la guerra dei mari. Ma lo sappiamo bene, gli olandesi sono un popolo di commercianti e infatti una delle prime mosse è proprio la differenziazione gastronomica. I contadini incrociano i semi di carote finché non arrivano al colore che tutti noi conosciamo. La scelta dell’arancione è per l’appunto politica: è una dedica a Guglielmo d’Orange, capostipite della famiglia che ancora oggi regna in Olanda. Non a caso anche le maglie delle nazionali sportive olandesi è arancione, proprio come una carota.
Stiamo attenti, quindi, quando diciamo che le cose devono restare così come sono sempre state. A volte la storia può sorprenderci.
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