Graziella Una canzone del 1800 versi e musica di ignoto. Elaborata da Pietro Labiola nel 1840. canto del passato, ma storia vera di un uomo perdutamente innamorato. La sua vendetta fu carta e penna per manifestare il suo grande amore per una donna che certamente non meritava il suo amore. Sergio Bruni con studio e scrupolosa dialettica a voluto tramandare ai posteri tutte le emozioni di uomini comuni vissuti secoli addietro. Immagini dal web. video realizzato Mario Ferraro.
Tradotta in Italiano
A cuore a cuore con Graziella mia
Stavo seduto in quell'angolo là.
Il padre usciva e c'era soltanto la zia
Ma, zitto zitto, si poteva parlare.
La zia filava e poco ci sentiva
E, per il sonno, la testa sua cadeva,
Io prendevo la manina della mia amata
Che non voleva, ma si faceva baciare.
Lei cantava con la sua bella voce,
Il mandolino io mi mettevo a suonare.
Lei diceva, cantando dolcemente:
"Aniello mio, sempre ti devo amare!"
La zia filava e poco ci sentiva
E, per il sonno, la testa sua cadeva,
Ma, se ad un tratto, lei si svegliava,
Lo gnorri, subito, io mi mettevo a fare.
Ma quel tempo come presto è passato!
Darei la vita per farlo ritornare.
Allora ero allegro ed ora sono sventurato,
Schiatto da rabbia, di pianto devo vivere!
Graziella mia, Graziella mi ingannava
Mentre d'occhiate e vezzi mi colmava.
Ahi! Disperato mi sono ridotto a tal punto
Che o muoio ucciso o devo vendicarmi!
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