Uno dei posti più affascinanti d’Italia è il Campanile di Curon nel Trentino Alto-Adige. La Val Venosta è un piccolo paradiso di montagna, un luogo ideale per la villeggiatura sia estiva che invernale. Spunta dal lago di Resia come l’estremità di un iceberg, il cui corpo sommerso racconta una storia drammatica consumatasi più di sessant’anni fa. Qui un tempo, infatti, si trovavano tre laghi naturali. Oltre quello di Resia c’erano il Curon e il San Valentino alla Muta. Nel 1950, essi vennero unificati con la costruzione di una diga. L'opera provocò la completa sommersione dell’antico centro abitato di Curon, che venne trasferito altrove. Più di cinque ettari di territorio e quasi duecento abitazioni scomparvero dall’orizzonte di questa porzione della Val Venosta. Lo sbarramento costò circa 25 miliardi delle vecchie lire e fu al centro dell’ira degli abitanti, che si rivolsero addirittura al Papa con il parroco per evitarne la costruzione. I tentativi furono vani e l’acqua invase case e terreni coltivati. Tra le bellezze che andarono perse c’era anche una chiesa del Trecento . Solo il campanile del 1300 si salvò, in quanto non poté essere abbattuto perché protetto dalle Belle Arti. Ancora oggi se ne sta lì, dritto come un soldato a guardia di un doloroso passato, ritto come il capitano di una nave ostinata che non vuole affondare. Solo d’inverno, quando il lago diventa ghiacciato, il campanile può essere raggiunto a piedi ma purtroppo, numerose infiltrazioni d’acqua minacciano la sua integrità. Oggi il campanile di Curon è uno dei punti più suggestivi di tutta l'area. La leggenda vuole che, nelle rigide notti invernali, qualcuno senta ancora le sue campane suonare, nonostante siano state rimosse nel 1950. L’amore degli abitanti verso l’antico borgo è talmente forte che il Campanile dal 1967 è diventato lo stemma del comune di Curon Venosta. Insomma, un luogo affascinante che bisogna visitare.
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