Commento di don Paolo Quattrone - sacerdote della diocesi di Aosta, parroco di Bard, Donnas, Hône e Vert.
Lunedì 25 Luglio
Buon lunedì! Ieri ho sottolineato l’importanza di pregare ed il fatto che la preghiera è strettamente legata alla fame di Dio, al riconoscere di non bastare a me stesso. Ma resta una domanda importante: ma come pregare? Ho pensato allora di aprire una parentesi, senza tralasciare del tutto il riferimento alle letture del giorno; per alcuni giorni infatti affronterò questo tema: come si fa a pregare? Quali ingredienti occorrono. Pregare è sì bello ma non è così immediato e facile perciò qualche suggerimento ci sta, ci vuole. Credo che ogni tanto nelle nostre parrocchie, nei luoghi dove cerchiamo di coltivare la fede, si debba approfondire questo aspetto: come si fa a pregare? Tanto più da adulti. Primo punto è questo: non posso infatti pregare come facevo da bambino/a, sono cresciuto, vivo altre cose, ho molte più responsabilità, sono cambiato perciò la preghiera deve cambiare con me, deve adattarsi a ciò che sono, non sono più un bambino perciò non posso più pregare come se fossi un bambino. A mio avviso molta gente smette di pregare non perché non creda ma semplicemente perché non sa come fare, perché le parole e le modalità che usava da bambino non sono più sufficienti però nessuno gli dice come fare a pregare da giovane, da adulto. Oggi è la festa di san Giacomo apostolo e nel brano di Vangelo Gesù, rivolgendosi alla madre di Giacomo e di suo fratello che chiede a Gesù che i suoi figli possano sedere uno alla destra e l’altro alla sinistra di Gesù nel suo Regno, dice loro: “Voi non sapete quello che chiedete”. E’ vero a volte non sappiamo cosa chiedere a Dio ma ancor prima non sappiamo come chiederglielo, come rivolgerci a Lui, non sappiamo come pregare, come relazionarci con Lui e direi che il primo ingrediente da tenere in considerazione per imparare a pregare è aver chiaro che pregare non è chiedere ma incontrare, non è chiedere cose a Dio ma è incontrarlo questo vale quando preghiamo a livello individuale così come quando andiamo a Messa. Tu ti incontri con un amico non perché devi chiedergli qualcosa ma per il piacere di stare con lui, questo non esclude che tu possa chiedere un aiuto a quell’amico ma la premessa è che ciò che conta è incontrarsi, punto e basta sennò rischiamo di andare da Dio solo quando abbiamo bisogno, come i figli adolescenti che vanno dai genitori e li considerano un attimo di più solo perché hanno bisogno di qualcosa da loro, perché devono comprare qualcosa, ottenere un permesso per fare qualcosa o qualche decina di euro per uscire. Dio non è il salumiere da cui vado per comprare l’affettato o un buon salame ma è un Amico da incontrare, non vado da Dio perché deve darmi qualcosa ma vado da Lui, sto con Lui, gli dedico un po' del mio preziosissimo tempo perché è bello incontrarlo e questo mi fa del bene, punto e basta. Pregare è rispondere a Dio che mi cerca, che mi dice: Dove sei? Ci sei? Io posso far finta di niente oppure rispondere ed incontrarlo. Buon inizio di settimana e a domani per la prossima puntata dedicata al come pregare.
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