9 giugno 2016 - Stato-mafia, Martelli: ''Ci volevano togliere a me e Scotti per il 41 bis'' [2'parte]
“A me e Scotti ci volevano togliere perché avevamo 'esagerato' nella lotta alla mafia, di aver usato mezzi anticostituzionali con il 41 bis che avrebbe creato la rivolta nelle carceri e anche con le altre norme. Stavamo sulle scatole anche per altri motivi, forse eravamo cresciuti troppo”. E’ questa una prima risposta dell’ex ministro Claudio Martelli, rispetto a quanto avvenne nel 1992, rispetto alla formazione del nuovo Governo Amato. “Amato mi telefona e mi chiede di incontrarmi, cosa che avviene - dice - mi dice che lui è solo un ambasciatore e mi dice che Craxi non vuole che io rimanga alla Giustizia e che propone di mandarmi alla Difesa. Io torno al partito e do battaglia. Amato mi dice che avrebbe riferito a Craxi. Qualche giorno dopo mi chiama e mi dice che Craxi aveva valutato le mie considerazioni e che potevo rimanere alla Giustizia. L’avversione nei miei confronti? Era di una parte della DC nei miei confronti, ma anche della sinistra DC, poi Forlani, Andreotti, e Scalfaro preferivano Amato”. Martelli ricorda poi l’avversione rispetto al decreto Falcone per cui fu necessario il voto di fiducia, “altrimenti non sarebbe passato”: “C’era un clima teso, ci fu anche una mozione di rinvio da parte del Pds”. Martelli parla poi della “promozione” di Scotti dal ministero degli Interni al ministero degli Esteri. “Ci vogliono togliere da lì, dicemmo. Poi ci fu anche il voto contrario delle commissioni al decreto dell'8 giugno. Si era rotto un equilibrio”. Tuttavia Martelli, rispetto a quanto detto da Scotti (che ha sempre parlato di aver accettato malvolentieri quel nuovo incarico), riferisce un dato diverso: “Quando gli si comunica che deve lasciare il ministero dell'Interno lui era dispiaciuto ma disse 'come posso dire di no'. Lui pensava a fare il segretario del suo partito e questo si capisce quando subentra l'incompatibilità, lui voleva fare il parlamentare. Quando me lo disse? Credo alcuni giorni prima del 29 giugno”.
E’ a questo punto che Teresi contesta che le vicende non sono così nette come dette dall’ex politico socialista ed anche il Presidente Montalto evidenzia alcuni contrasti chiedendo se Scotti gli avesse fatto cenno che lo stesso giorno avrebbe consegnato la lettera di dimissioni. “Io - risponde Martelli - credo che lui fosse combattuto. Se non ricordo male questa lettera di dimissioni era a futura memoria. Scotti dice che presenta la lettera e Amato gli dice di soprassedere al momento. A me interessava che lui rimanesse ministro degli Interni. Lui non ha fatto una battaglia per rimanere perché aveva tutto il partito schierato contro”.
Martelli, rispondendo alle domande del pm, parla poi anche del dissenso politico che ebbero gli scioglimenti dei consigli comunali: “‘Io ho rotto le scatole a troppi del mio partito con lo scioglimento dei consigli comunali. Questa me la fanno pagare’, mi disse Scotti, e lo tolsero dal ministero dell'interno”. Martelli ricorda anche che durante queste interlocuzioni con Scotti si parlò di un ritorno al passato, di una restaurazione del clima che riguardava i rapporti con la mafia. “Se ne parlò eccome. Io dicevo più spesso 'normalizzazione', lui diceva 'tornare alla convivenza o alla coabitazione tra Stato e mafia”. [[ Ссылка ]]
🔴 Donazioni 👉 [ Ссылка ]
Abbonati a questo canale per accedere ai vantaggi:
[ Ссылка ]
#carmelodamicopentito #ilcapodeicapi #provenzano #loversopentito #carmelodamico #totòriina #riina #nittosantapaola #trattativastatomafia #falcone #graviano #pentitidimafia #ndrangheta #leonardomessina #malgradotutto #ndranghetastragista #mutolo #spatuzza #ninodimatteo #attiliomanca
![](https://i.ytimg.com/vi/av9BXpsNO_Q/mqdefault.jpg)